Il 24 maggio 2024 a Castel Capuano si è tenuto il primo rapporto campano sulle condizioni di detenzione dei minori, al quale ha partecipato anche il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello.
“Lo scorso anno sono state fermate, accompagnate dai genitori o messe alla prova, ben 14.245 minorenni che avevano tutti lo stesso distintivo: la dispersione scolastica. Dobbiamo fare più prevenzione” così ha esordito il garante. A preoccuparlo maggiormente è il rapporto tra detenuti, numero sempre più in crescita, ed educatori, che invece non crescono come dovrebbero. “A Catanzaro in un carcere di 33 persone c’è solo un educatore e ormai da anni nei 17 istituti mancano 5 direttori” ha esclamato.
Ciambriello ha poi denunciato la situazione dei fascicoli arretrati:“L’ultimo scandalo è dei fascicoli arretrati nel tribunale dei minori. A Napoli 5531 fascicoli che chiamano “le pendenze”, perché i minori vengono chiamati “pene sospese”. A Milano invece 12.662, è chiaramente un’emergenza. Quest’anno apriranno altri 3 carceri, perché questa è la loro impostazione. Misura non condivisa, che dal suo punto di vista non è il giusto modo di agire.
A preoccupare sono anche il numero di scuole. “A Poggioreale o a Nisida se si fa un corso di alfabetizzazione, la media è di 5 docenti per un massimo di 8 ragazzi, c’è il rischio che paradossalmente la legalità tu la incontri in carcere.”
E poi ancora dati negativi che fanno riflettere, come quello delle 27 accuse di omicidio, 4 di omicidio consumato e 1 di tentato omicidio stradale. Menzione anche per il decreto Caivano, con il quale ora si rischia fino a 2 anni di carcere non mandando i propri figli a scuola, ricordando che secondo lo Stato “punire serve a educare”.
Massima attenzione, inoltre, è stata data sulla territorialità della pena e sulla depenalizzazione dei reati minori. “Ci sono 17 istituti ma 10 sono al sud. Se succede qualcosa a Nisida o Airola li mandano in Sicilia. Se succede qualcosa in Sicilia li mandano a Bologna o Milano. Se il problema c’è, non vanno impacchettati e rispediti da qualche altra parte” ha detto il garante.
Infine, per chiudere, ha ricordato che il diritto alla salute non significa non condividere i dati sensibili e in merito ha concluso dicendo:“Nella costituzione solo una volta c’è un aggettivo sui diritti, all’articolo 32 quando si parla del diritto alla Salute si dice che è un diritto fondamentale.”