Se non di guerra, è quantomeno un bollettino di guerriglia. “Accoltellato l’ex sindaco D’Alessio”, “Un’autista dell’ANM malmenato da ragazzini”, “Accoltellato per passare il tempo” o ancora “Accoltella la moglie dopo una lite”. Casi che si susseguono con cadenza giornaliera, scandendo le pagine web dei giornali.
Ieri sera la città di Pompei, ancora piena di fedeli accorsi per la ricorrenza della Vergine, si è ritrovata sotto shock per l’accaduto all’ex sindaco Claudio D’Alessio, accoltellato, dopo le 19, a pochi passi dal santuario. L’aggressore, di cui circolano già le generalità, sembra che abbia aggredito l’ex primo cittadino a causa di una promessa mancata. Può la disperazione portare a tanto? A quanto pare si.
Domande che si pongono costanti anche per gli altri casi: può la noia, la rabbia, la gelosia o la frustrazione portare ad un gesto, alcune volte estremo?
Oggi si discuterà dell’incolumità del ruolo politico che si occupa, per il quale ci si candida e si affronta una sfida elettorale, senza tener conto che la violenza sta diventando un modo, spesso il primo, di reazione a determinati impulsi. Ecco quindi che giovani si divertono a picchiare chi sta lavorando, un marito scarica la propria frustrazione sulla moglie, un disoccupato addita il politico come cardine di tutti i mali.
La scuola, il lavoro e le crisi economiche influiscono non poco su simili questioni, condite anche dal tessuto territoriale nel quale si vive e dove le stesse cause si rincorrono ed intrecciano in un gioco che spinge al ribasso la vita delle persone. “Bisogna partire dalle scuole”, si è sentito spesso dire, forse volendo allontanare lo spettro del fallimento di un modello sociale imposto, nel quale tutte le componenti hanno responsabilità dei risultati. In una società malata, sperare nelle giovani generazioni ha il sapore del lavarsi la coscienza, o le mani, come qualcuno ha fatto nella storia.
Ha senso dire che occorre lavorare sui piccoli se studiano in scuole dignitose, se i genitori hanno un lavoro, se la sanità ed il welfare forniscono risposte adeguate ai bisogni di tutti, se gli anziani ricevono assistenza, se l’università non è un parcheggio di generazioni che altrimenti non saprebbero cosa fare.
La politica ha il compito di fornire risposte adeguate ai bisogni della collettività. Se riesce in questo intento si vivrà la normalità, altrimenti il “bollettino” si aggiornerà ogni giorno di casi simili.