Alla Conferenza nazionale dei garanti dei detenuti emerge “ancora una volta preoccupazione per lo scollamento tra la realtà drammatica delle carceri italiane e i provvedimenti normativi già promulgati o in corso di approvazione”.
Dal documento si evince: “Sovraffollate e con un numero altissimo di suicidi tra persone detenute e agenti di polizia penitenziaria, le carceri sono una polveriera. Più di ottomila persone detenute, che devono scontare un residuo di pena inferiore a un anno, potrebbero uscire dal carcere con interventi mirati – come, ad esempio, la cosiddetta liberazione anticipata ‘speciale’ – che il Parlamento non sembra voler prendere in considerazione”.
Il Coordinatore Samuele Ciambriello, garante Campano, dichiara “che il Ministro della Giustizia intervenga prima che il Parlamento approvi in via definitiva disposizioni dall’impatto esplosivo e di dubbia legittimità costituzionale”.
“Abbiamo, per un verso, i rimedi omeopatici di scarso o nessun impatto nel breve periodo introdotti dalla legge dell’8 agosto 2024,e, per l’altro, le temibili disposizioni e nuove fattispecie di reato previste dal disegno di legge sulla sicurezza pubblica in corso di votazione in Parlamento. L’approvazione, solo qualche giorno fa, dell’art. 12 che cancella il differimento obbligatorio della pena per donne in gravidanza e madri di minori di un anno rappresenta un enorme passo indietro. Quanto alle norme sul rafforzamento della sicurezza all’interno degli istituti penitenziari e nelle strutture di trattenimento e accoglienza per i migranti, anche qui si evidenzia la logica securitaria che permea l’intero provvedimento normativo perseguendo l’obiettivo della criminalizzazione di ogni forma di dissenso”.
Si legge ancora che “risulta assai grave l’assimilazione, sul piano del disvalore di condotta, tra violenza, minaccia ed atti di resistenza passiva. Sarà quindi criminalizzato lo sciopero della fame portato avanti da tre o più detenuti? Il tenore delle norme non consente di escluderlo”.