CARCERE. ALLARME TOSSICODIPENDENZA E SALUTE MENTALE DIETRO LE SBARRE,NELL’INDIFFERENZA GENERALE!

Il carcere è la risposta semplice ai bisogni complessi della società. È un grande agglomerato di
problematiche e necessità; è visto come un luogo lontano da noi, da tenere a distanza, che deve
contenere i pericoli e tenere sicura la comunità, “gettare la chiave”. Ma il carcere è abitato prima di
tutto da persone. Ed è proprio guardando alla persona che emergono dati allarmanti: sono 1.402 i
tossicodipendenti presenti negli Istituti penitenziari della Regione Campania su 7581 detenuti.
I posti disponibili sono 5664,quindi abbiamo duemila detenuti in più in Campania.
Il quadro nazionale invece presenta 61465 detenuti, con il 30 per cento avente dipendenze da
sostanze stupefacenti.
Dietro a questi numeri ci sono tante storie di chi non dovrebbe entrare in carcere, come chi ha
commesso reati di spaccio di lieve entità. I reclusi tossicodipendenti hanno un problema in più
rispetto agli altri e questo dovrebbe suggerire un ricorso più ampio alle misure alternative, ai lavori
socialmente utili, nonché a tutte quelle strategie capaci di spezzare la dipendenza dalle sostanze
stupefacenti. Inoltre, è da tempo che sostengo la necessità di depenalizzare non solo alcuni reati di
droga, ma tutte le fattispecie per le quali sia prevista la pena della reclusione inferiore a due anni.
Un altro dramma che si vive nel carcere è la malattia psichiatrica: in Campania sono oltre 400 i
sofferenti con disturbi psichici. Solo una piccola parte di queste persone segue una terapia
farmacologia, mentre l’altra ha ricevuto una doppia diagnosi, cioè la coesistenza in un singolo
individuo sia del disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive sia del disturbo psichiatrico.
La questione emergente resta la sproporzione tra la popolazione carceraria e il personale sanitario,
in particolare il numero di psichiatri pressocché assente. In Campania, sia al carcere di Sant’Angelo
dei Lombardi che al carcere di Benevento, sono state chiuse le articolazioni psichiatriche!
Mancano gli psichiatri in tante realtà carcerarie, in primis a Poggioreale.
Eppure, la delibera regionale in materia di salute mentale, prevede uno psichiatra ogni 500 detenuti.
La politica tutta, nazionale e regionale, deve assumersi le proprie responsabilità ponendo
l’attenzione al tema carcere per la risoluzione di problematiche che non riguardano solo chi vive la
detenzione, ma la società intera. Ricordo spesso che la parola carcere è l’anagramma di cercare:
cercare per ricostruire, per ritrovarsi, per seguire una strada che è tracciata anche dalla Costituzione,
per trovare se stessi, rispettando i diritti delle persone.

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