Si è tenuto al Multicinema Modernissimo l’incontro dal titolo “L’altra Campania” organizzato dagli esponenti di Sinistra in Movimento, gruppo consiliare di centrosinistra, in opposizione all’attuale Giunta De Magistris. L’appuntamento è voluto essere l’inizio di un impegno “non più rinviabile alla riscossa civile”. Così Vittorio Vasquez, capogruppo in Consiglio Comunale di Sinistra in Movimento, Pietro Rinaldi, consigliere della stessa unione e, Salvatore D’Angelo, ex Assessore al Welfare e all’Immigrazione della Giunta De Magistris, hanno invitato cittadini, associazioni ed esponenti di altri partiti a partecipare a un confronto, aperto a chiunque volesse intervenire, sulla “drammatica”situazione in cui versano Napoli e la Regione. Nella sala gremita, oltre ai tanti cittadini accorsi per assistere, c’erano anche consiglieri comunali di altre fazioni, tra cui Tonino Borriello (PD) e Gennaro Esposito (Ricostruzione Democratica). Presente pure il Sindacato con alcuni esponenti di CGIL, CISL e UIL, tra di loro è intervenuto Marco Salvatore, Segretario Funzione Pubblica CGIL, che ha commentato le ultime scelte del Governo: «Avrei chiamato questa manifestazione l’Altra Italia, perché c’è bisogno di un’Italia che si ricordi del welfare, dei sindacati che hanno da sempre difeso i lavoratori. Le due giunte di Napoli e Campania, hanno distrutto la volontà di fare politica».
Il Consigliere Vittorio Vasquez ci ha spiegato le priorità su cui Sinistra in movimento intende lavorare.
Quali sono gli obiettivi di quest’incontro?
«Abbiamo un primo obiettivo che è predisporci con una lista civica da presentare alle Regionali, noi con il nostro schieramento, aperti anche ad altre forze politiche. Come per esempio SEL, che è orientata in questo modo, quindi se si riuscisse a organizzare una lista unica di centro sinistra, quello che resta da decidere è il candidato, che poi sarà il futuro governatore. Il secondo problema da affrontare è quello della città metropolitana, io annuncio che noi ritiriamo la candidatura, tecnicamente non è più possibile, però noi non andremo a votare domenica per il voto del Consiglio Metropolitanto. Perché le due liste della sinistra con Carpentieri del PD e De Magistris erano partite da un accordo programmatico, che non c’è più e, noi non siamo né con il PD né con De Magistris».
Qual è, quindi, la vostra posizione all’interno del Consiglio Comunale?
«La terza cosa su cui dobbiamo lavorare, è appunto questa. Noi siamo all’opposizione e siamo disponibili a eventuali firme per lo scioglimento, se il Sindaco avesse il coraggio di parlare alla città, cosa che non ha fatto negli ultimi tre anni e, di fare una vera autocritica sulle cose che non hanno funzionato ed è disposto a rivedere la maggioranza di sinistra con programmi adeguati alle forze sociali che lo hanno rappresentato, solo così ci sarebbe la possibilità di aprire un tavolo di discussioni. E’certo che noi non firmeremo mai lettere di dimissioni con il centrodestra».
Con Salvatore D’angelo abbiamo parlato del perché si è deciso di organizzare questo confronto a porte aperte.
Com’è nata l’idea di riunirsi per questo dibattito?
«Nasce da un rapporto non normale con la politica, disturbato, che abbiamo accumulato in questi anni, ma anche dalla necessità di fare un tentativo perché le persone tornino a conciliarsi con la politica. Siamo in un momento tragico, in cui si è consumato più di un contro circuito nel rapporto con i partiti. Da qui la necessità di capire se c’è un pezzo di città e di regione, disponibile a sporcarsi le mani nuovamente, indipendentemente dalla cattiva reputazione che si è guadagnata la politica in questi anni, per responsabilità soprattutto dei partiti. Bisogna tornare a investire sulle persone. Qui il tema di come costruire un’altra Campania, e quindi un’alternativa al Governo Caldoro e anche di come costruire un’alternativa a De Magistris. Quell’iniziativa era partita con un segnale solido, differente dai governi degli ultimi vent’anni, non è stata correttamente portata avanti fino in fondo».
Quali sono stati gli errori della Giunta De Magistris, di cui lei è stato anche Assessore?
«Uno degli elementi più critici di quest’esperienza amministrativa è che, questo fallimento, dipende dalla mancata partecipazione dei cittadini, che si sarebbero dovuti chiamare in causa per decidere quali problemi affrontare. C’è stata un’eccessiva concentrazione di energie e risorse spese per i grandi eventi, a discapito di altre priorità. Io non ho l’ansia di ricorrere alle elezioni, piuttosto credo si debba costruire un cantiere nuovo da cui ripartire. Alla guida di questo cantiere non deve esserci un uomo solo, perché se anche ci fosse il migliore degli uomini, da solo non potrebbe affrontare le innumerevoli problematiche antiche che ha la città. Occorreva riscrivere le priorità e partire dalle periferie, dalle persone che necessitano aiuti. I venti milioni utilizzati per la Coppa America, potevano essere mobilitati per realizzare i primi impianti di compostaggio. Il fallimento di quest’amministrazione sta nello scarto tra le cose che ha detto si sarebbero fatte e quelle che veramente ha realizzato».