«Abbiamo deciso insieme ai lavoratori di proclamare lo stato di agitazione e di chiedere un incontro in Prefettura con tutte le istituzioni, Regione, Provincia e Comune, con quello che è rimasto del Cda del Villaggio e con il commissario che è stato nominato per fare chiarezza sulla situazione all’interno della Fondazione. Se non si avranno risposte concrete si arriverà allo sciopero». A parlare è il segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica Caserta, Umberto Pugliese, nel corso della conferenza stampa tenutasi presso il Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni e che è stata promossa da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Snals Confsal.
Segretario Pugliese, ci spieghi meglio?
«La manifestazione si terrà a Maddaloni e, poi, a Napoli presso la Regione Campania che è la fonte del maggiore finanziamento necessario per mantenere in vita la Fondazione. Ci sono vari impegni presi dalle istituzioni, diverse convenzioni che sono state sottoscritte. Ma al momento questi impegni sono stati solo in minima parte rispettati. Le risorse mancano, i lavoratori non prendono lo stipendio da mesi, le attività sono portate avanti solo perché gli stessi lavoratori si stanno impegnando a garantire la continuità delle attività. C’è una irresponsabilità da parte delle istituzioni. Ad esempio la Provincia che ha fatto marcia indietro rispetto a rassicurazioni che invece aveva dato con forza. C’è, invece, l’impegno del sindaco della città di Maddaloni, Rosa De Lucia, ma non è sufficiente rispetto alla gravissima situazione reale. Del resto la soluzione non può venire certo solo dall’amministrazione”.
Il Villaggio di Don Salvatore D’Angelo, un istituto di grande importanza su questo territorio e non solo.
«Il Villaggio è stato per anni un punto di riferimento di eccellenza e ha svolto una funzione sociale importantissima accogliendo tanti giovani poco abbienti che forse avrebbero preso altre strade se non seguiti adeguatamente. Anche l’azione di contrasto alla dispersione scolastica che è stata fatta in questi anni sta a dimostrare quale importanza ha avuto questo istituto sul territorio. Improvvisamente vengono meno i finanziamenti e di conseguenza viene meno la garanzia di poter assicurare ai ragazzi della zona e non solo di Maddaloni. Meraviglia il fatto che questo non desti preoccupazione da parte di chi deve garantire alcune cose».
E i Legionari di Cristo?
«Anche con loro ci siamo confrontati, ma con sorpresa abbiamo rilevato che l’unica forma di partecipazione concreta che loro hanno detto di poter assicurare era quella di natura spirituale. Ma noi aggiungiamo che non bastano benedizioni e contributi spirituali per risolvere il problema del mantenimento in vita di una struttura come questa. Quindi hanno deciso di abbandonare il campo, si sono dimessi. Il fatto è questo: chi ha condotto questo istituto negli ultimi anni lo ha lasciato con circa 20 milioni di euro di debiti. E’ chiaro che risanare una situazione di questo tipo non è certo una cosa di poco conto. Un qualsiasi piano di rientro richiede per forza di cose una certezza sui finanziamenti. Se non ci sono finanziamenti non c’è un piano di rientro e di conseguenza si capisce quale sarà il futuro della Fondazione».
Cosa vi preoccupa?
«Sicuramente l’aspetto assistenziale ed educativo che viene a mancare sul territorio oltre alla formazione scolastica. Ma allo stesso tempo abbiamo una grossa preoccupazione per quanto riguarda il personale che per anni è stato impegnato in questa struttura garantendone il funzionamento e il raggiungimento di elevati livelli di eccellenza. Molti lavoratori hanno accettato di vivere in precarietà il loro rapporto di lavoro attraverso un rinnovo che si è ripetuto negli anni non facendo mai venire meno il loro impegno».
Da parte sua la segretaria dello Snals Grazia Pietropaolo ha sottolineato: «Oggi lo scopo della Fondazione di Don Salvatore D’Angelo non è più lo stesso ovvero l’assistenza e poi la formazione dei ragazzi bisognosi. La Fondazione versa in uno stato di crisi. Chi doveva fare da tutor al Villaggio, Regione e Provincia, non lo ha fatto. Anche loro avrebbero dovuto controllare in che modo i fondi venivano utilizzati». Poi aggiunge: «I lavoratori hanno ripreso da settembre tutte le attività nonostante il mancato pagamento dal maggio scorso e continueranno a garantire il proseguo delle attività anche se siamo costretti a proclamare questo sciopero».