Due casi di cronaca messi a confronto, uno accaduto a Pianura, nella periferia di Napoli, l’altro a Pinerolo, in provincia di Torino. Due gesti scellerati che hanno portato sulle vittime conseguenze simili, un’operazione di urgenza all’intestino.
A Pianura due ventiquattrenni hanno violato con un compressore un quattordicenne che avevano preso in giro perché grasso; a Pinerolo un ragazzo che praticava lo “squat”, un esercizio utile per rinforzare i muscoli delle gambe, è rimasto infilzato in un bilanciere di legno che un suo amico aveva posizionato dietro di lui a sua insaputa.
Due tragedie simili dunque sia nelle conseguenze, sia nelle modalità: in entrambi i casi si è parlato di “scherzo” finito male, una parola che scriverò sempre non a caso tra virgolette, perché non mi pare accettabile chiamare così un gesto che denota una buona dose di sadismo in chi lo ha praticato.
Due tragedie molto diverse invece sull’aspetto mediatico. Infatti, mentre nel primo caso abbiamo potuto vedere in trasmissioni televisive di punta i parenti della vittima e dell’accusato, seguito interviste realizzate fuori dall’ospedale, vicino all’autolavaggio e nel quartiere dove si è svolto l’episodio; nel secondo caso abbiamo potuto solo leggere qualche articolo sulla stampa nazionale, compresi alcuni che hanno ripreso l’evento di cronaca precedente, come se per dare rilievo alla notizia di Pinerolo ci fosse bisogno di richiamare la tragedia di Napoli.
Negli articoli riguardanti la tragedia della provincia di Torino la parola “scherzo” viene utilizzata quasi distrattamente, mentre nel primo caso hanno fatto molto scalpore alcuni interventi dei parenti dell’aggressore che avevano utilizzato la stessa parola. Scalpore che ha dato seguito a dibattiti che hanno interessato persino politici nazionali, si sono accesi i riflettori sul degrado della periferia napoletana, ritenendolo correlato al verificarsi dell’accaduto.
Nulla o quasi si è detto invece dei parenti dei protagonisti della tragedia di Pinerolo, né delle condizioni ambientali in cui si è verificato questo brutto episodio, classificato da alcuna stampa come “scherzo finito male” senza però che nessuno questa volta si scandalizzasse per una dicitura così poco opportuna per un gesto simile.
Due gesti agiti con una leggerezza criminale paragonabile, eppure, anche quando per descriverli si usano parole simili, vi sono dei sottili distinguo. Prendendo in esame ad esempio il corpo dell’articolo de “Il fatto quotidiano” possiamo notare come mentre nel primo caso la parola “scherzo” viene usata tra virgolette, nel caso di Pinerolo le virgolette spariscono, quasi ad indicare che mentre nel primo caso questa locuzione é inaccettabile, anche per tutte le discussioni che il suo utilizzo ha provocato, nel secondo caso può anche essere accettata. Oppure no, le virgolette se le sono solo dimenticate.
A Napoli però non ci stanno, e non è solo una questione di virgolette. I napoletani si sentono da un po` di tempo vittime di una attenzione mediatica più attenta al degrado, all’ignoranza, all’illegalità imperante che non a una realtà a 360 gradi di una metropoli che, essendo la terza città di Italia, presenta problematiche complesse e variegate, fasce sociali differenziate, una città che come tutte comprende “gente bbona e gente malamente”.
Molti partenopei hanno l’impressione ultimamente che ai media piaccia solo la Napoli delle periferie, delle storture e delle brutture, che ci sia quasi un accanimento a infilare “il dito nella piaga”, che i riflettori si stiano trasformando in microscopi per ingrandire fenomeni che sono assolutamente gravi quanto reali, ma che non rappresentano la normalità della metropoli.
Che sia vittimismo o reazione ad offese subite è parere soggettivo, però possiamo dire che forse c’e` un aspetto che è stato trascurato in entrambi i casi.
L’analisi che manca è forse quella di una gioventù un po` superficiale, di un degrado che non appartiene a una città o a un’altra, ma che è la parte malata di una società in cui i valori universali stanno perdendo di importanza. Una società in cui una persona di qualsiasi provenienza geografica può concepire come “scherzo” ciò che è accaduto in Piemonte o in Campania è una società che deve riflettere, e non in TV, ma nelle sedi deputate a promuovere la cultura e l’istruzione.