Il calcio è lo sport più ampiamente praticato al mondo, ma la gran parte di ciò che lo riguarda si svolge non sul rettangolo verde, davanti alle telecamere, ma in stanze d’albergo e uffici amministrativi. Dietro ogni squadra, infatti, ci sono coloro che hanno lavorato per costruirla, scegliendo i calciatori da mettere in rosa prima ancora che in campo, conducendo le trattative e preparando i contratti. Dietro ogni operazione di mercato c’è una complessa interazione di funzioni diverse, che hanno i loro cardini in due figure professionali: il direttore sportivo e il procuratore sportivo o agente dei calciatori.
La prima è una figura dirigenziale presente in ogni società calcistica, che ha la responsabilità della scelta dei giocatori e della conduzione delle trattative (sia in ingresso che in uscita) per conto della società; il procuratore sportivo è invece un libero professionista che cura gli interessi di uno o, in genere, più calciatori, assicurando loro le migliori condizioni professionali e contrattuali possibili.
Proprio su questa seconda figura professionale è intervenuta di recente una modifica regolamentare attuata dalla FIFA, che entrerà in vigore a partire dal 1° aprile 2015: da quella data, infatti, tutte le licenze da procuratore verranno revocate, e queste figure si trasformeranno in intermediari; di fatto, assisteremo alla completa liberalizzazione di questo settore.
I punti cardine del paper Regulation on Working with Intermediaires sono quattro:
- l’eliminazione del divieto di doppio mandato (che impedisce ad uno stesso agente di rappresentare sia un calciatore che una società in una trattativa);
- il compenso massimo per gli intermediari è fissato al 3% del reddito lordo del calciatore rappresentato, per tutta la durata del contratto ottenuto;
- le sanzioni per eventuali violazioni saranno comminate ai calciatori o alle società, non agli intermediari;
- eliminazione dell’esame di accesso alla professione e creazione di un albo per ogni federazione nazionale al quale potranno iscriversi tutti coloro che saranno in possesso dei requisiti stabiliti da ogni federazione.
Una simile rivoluzione copernicana ha destato già numerose proteste tra le associazioni dei procuratori, in particolare si segnala l’attivismo di quella inglese nel contrastare questo nuovo regolamento. Per meglio comprendere le ragioni di questa opposizione, abbiamo consultato diversi professionisti del mondo del calcio, riscontrando una diffusa non conoscenza di queste nuove norme; il che è già di per sé un dato sorprendente, da collegarsi probabilmente alla crescente perifericità del movimento calcistico italiano. L’unico che ha saputo risponderci nel merito è l’avvocato Tommaso Mandato, agente FIFA con esperienza pluriennale nel mondo delle trattative, che così si è espresso sullo spirito del provvedimento: “Non ci può essere provvedimento peggiore di questo, che annulla l’attività già abbastanza bistrattata dell’agente dei calciatori; cercare di regolamentare questa attività è stato difficile nel tempo, ma liberalizzarla completamente e tramutare questa figura in un semplice intermediario è una grave ferita sotto il profilo della professionalità, soprattutto in un ambito come quello calcistico, dove le situazioni chiare sono sempre più rare”.
È da segnalare, infatti, che questo nuovo regolamento è stato promosso ad opera della FIFA come un grande passo avanti in termini di trasparenza nelle operazioni di mercato, ma anche su questo l’avvocato Mandato è lapidario: “Assolutamente questo provvedimento non è un passo avanti verso la trasparenza. Cercare di limitare l’accesso alla professione attraverso esami e selezionare rigorosamente coloro che operano come agenti poteva esser un giusto paletto, determinante per qualificare la professione. Liberalizzarla senza alcun criterio, disponendo solo requisiti basilari, non può pensare ad un passo in avanti”.
Un aspetto che avrebbe necessitato di maggior approfondimento, nella stesura del regolamento, è senza dubbio quello delle sanzioni: la scelta e codifica di queste è infatti demandata alle singole federazioni nazionali. Anche su questo aspetto, abbiamo chiesto un commento all’avvocato Mandato, che così si è espresso: “Anche sulle sanzioni è un regolamento molto lacunoso. È un provvedimento confusionario che complica la situazione, pertanto ho un orientamento molto negativo. Il problema non è difendere il tesserino o la licenza, il problema è difendere l’operato di una categoria e la sua professionalità; l’aspetto più rilevante è che quanto meno il sistema è qualificato, più può essere dannoso”.
In conclusione, ci sembra chiaro che molto dell’applicazione di questo nuovo regolamento dipenderà dall’uso che ne faranno le diverse federazioni: queste hanno, infatti, il potere di applicare normative più restrittive di quelle indicate dalla FIFA, che comunque devono costituirne la base.