di Valeria Valente
E’ diventata legge (finalmente) la riforma della giustizia civile voluta dal ministro Andrea Orlando. Il primo dei vari provvedimenti in cui si articola la riforma, contente importanti novità in fatto di disincentivazione al ricorso al giudice e abbreviazione dei tempi processuali, ha ottenuto la fiducia sia al Senato che alla Camera e qui nelle prossime ore sarà approvato in via definitiva. Si tratta di un passo importante, segno di una volontà precisa, quella di passare finalmente dalle parole ai fatti dopo anni di promesse e buone intenzioni rimaste purtroppo in gran parte solo tali. Certo, come ha ricordato in aula lo stesso ministro della Giustizia si tratta solo di un primo passo e comunque in materia di processo civile bisognerà attendere le decisioni del Governo in sede di esercizio della delega e però, già nel testo che ha ottenuto la fiducia alla Camera ci sono misure importanti per smaltire l’arretrato e aiutare finalmente l’Italia a raggiungere livelli europei in fatto di contenzioso e tempi della giustizia.
Come ha ricordato più volte il ministro Orlando, cui va dato merito dopo anni di promesse non mantenute o mantenute solo in parte di esser passato dalle parole ai fatti, le misure per disincentivare il ricorso al giudice e quelle per incentivare riti alternativi possono essere determinanti non solo per semplificare la vita ai cittadini ma anche per aiutare le imprese italiane e straniere a investire visto che in Italia, per avere giustizia, occorre in media quasi il triplo del tempo necessario e sufficiente negli altri principali paesi europei. Non da ultimo, il decreto interviene anche sul mantenimento di importanti uffici giudiziari che erano stati ridimensionati o soppressi dal governo Monti. Tra questi anche il Giudice di Pace di Barra che grazie al dl Orlando potrà continuare la sua attività. Per Barra, e più in generale per tutta la periferia orientale di Napoli, la chiusura degli uffici di via della Villa Romana sarebbe stato un grave danno.
Oltre ad essere un importante presidio di Stato e legalità in un territorio ad altissimo rischio attraversato da mille problemi e criticità, gli uffici del Giudice di Pace di Barra infatti servono una comunità di quasi 200 mila persone che avrebbero avuto non pochi problemi e disagi in caso di delocalizzazione degli oltre 10 mila procedimenti pendenti presso la caserma Garibaldi di Napoli, così come previsto originariamente dalla cosiddetta riforma della geografia giudiziaria varata dal governo Monti nel 2012 col decreto 156.
Il mantenimento della struttura di Napoli est rappresenta, dopo il ripristino a maggio della sezione distaccata ad Ischia del tribunale di Napoli grazie a un decreto del ministero della Giustizia, un ulteriore e importante segno di attenzione e sensibilità da parte del ministro Andrea Orlando per l’esercizio della giurisdizione e l’accesso alla giustizia per le nostre comunità e i nostri territori. Insomma, avanti così.