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Primarie: tre candidati ufficiali e tanta incertezza

Sono attualmente tre (la senatrice Angelica Saggese, l’europarlamentare Andrea Cozzolino e il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca) i candidati alle primarie del Partito Democratico in Campania ad aver presentato le firme necessarie per partecipare alla consultazione che dovrebbe tenersi il prossimo 14 dicembre. Condizionale d’obbligo perché a oggi ancora non c’è certezza sul loro svolgimento e le notizie che arrivano da Roma su un probabile spostamento al 17 maggio del voto per le Regionali, inizialmente previste a marzo,  confermano il loro slittamento a gennaio. Il che agevolerebbe Renzi nella “caccia” al nome che dovrebbe pacificare il PD campano, evitando così uno scontro fratricida tra i due candidati più a sinistra, Cozzolino e De Luca.

Il primo ha inaugurato ieri mattina il comitato elettorale in via Campodisola a Napoli commentando così le vittorie di Stefano Bonaccini e Mario Oliverio in Emilia Romagna e Calabria: «Le primarie hanno ancora una volta svolto quell’importante funzione di selezione della classe dirigente del Centrosinistra. L’eurodeputato ha pure anticipato che oggi sarà a Strasburgo: «Incontrerò Renzi e gli chiederò dettagli sull’ipotesi di spostamento delle elezioni regionali che se anche si dovessero spostare di qualche settimana non ci impedirebbero di mantenere le date delle primarie. Poi se il Pd vorrà spostarle ne discuteremo». Il secondo invece ha aperto strategicamente la campagna elettorale nel pomeriggio in un hotel del lungomare napoletano affidandosi a una battuta: «Come Giovanni Paolo II dico: Non abbiate paura, aprite il cuore alla speranza e, aggiungo io, anche alle primarie».  Il sindaco di Salerno ha aggiunto: «Ogni settimana persa è un punto in meno nella partecipazione dei cittadini. Che state aspettando? Io sono tra quelli che ritengono che le scelte andavano fatte tre mesi fa». Le macchine da guerra, schierate da mesi, non intendono retrocedere di un sol passo, ma il tempo che Renzi sta cercando di guadagnare servirà pure, a partire dalla direzione regionale che potrebbe tenersi sabato alla presenza del vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini, a capire se ci sono le condizioni per estere le primarie alla coalizione di centrosinistra. Con l’Italia dei Valori che ha già messo in campo il suo candidato, il segretario regionale Nello Di Nardo, e i socialisti che potrebbero puntare su Marco Di Lello.

Sembra invece essere sfumata definitivamente, anche perché significherebbe perdere Sel, l’ipotesi di una coalizione allargata anche al Nuovo Centrodestra, stando alle dichiarazioni della responsabile nazionale Enti Locali del PD, Valentina Paris, intervenuta domenica sera a un convegno propedeutico alla Conferenza programmatica del partito irpino. La deputata democratica, commentando i dati dell’affluenza alle Regionali in Emilia Romagna e Calabria, ha fissato alcuni paletti: «Un partito si misura prima ancora che sul risultato, sull’esercizio del diritto di voto. Una tornata elettorale come questa evidenzia la difficoltà di tutti a riconfermarsi come portatori di un messaggio di speranza. Inoltre è la prima volta dal 2007, quando prevedemmo la possibilità di avere un segretario del PD che fosse anche Premier, che ciò si verifica perché precedentemente non era mai accaduto: è perciò totalmente una novità». E ancora: «Le larghe intese a Roma hanno fatto pensare che si potessero fare anche localmente. Li c’era una situazione di eccezionalità, non la regola. Noi dobbiamo dire che siamo alternativi a Foglia che difende ogni giorno sui giornali l’operato di Caldoro, altrimenti rischiamo di alimentare la confusione negli elettori. Noi ci collochiamo nel campo dei progressisti che significa stare dall’altra parte rispetto ai conservatori, cioè chiunque voglia che tutto rimanga sempre uguale a se stesso».

 

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