“Siamo la città di mamma coraggio, Teresa Buonocore, nota alle cronache per aver convinto sua figlia, vittima di un abuso, a testimoniare contro il pedofilo che le aveva rovinato la vita. Questo convegno, questo progetto non poteva che partire da noi, dalla nostra Portici. È un atto dovuto.”
È il 25 Novembre, la giornata mondiale contro la Violenza sulle Donne. In tutto il Mondo si alza un grido volto ad essere accolto dalle vittime di soprusi e abusi. “Denunciare, parlare” sono le parole condivise da ogni Paese del globo. Le dichiarazioni di cui sopra, a proposito, sono del responsabile del Progetto Mimosa, “ho sbattuto contro la porta”, Antonio Bibiano, il quale, a gran voce, porta alla platea del Teatro “I De Filippo” il suo sdegno verso le vicende di cronaca che sempre più spesso affollano le pagine dei quotidiani.
Sono per lo più giovani, ragazzi e ragazze delle scuole superiori a partecipare con attenzione al delicato dibattito fortemente voluto dal Forum dei Giovani della città della Reggia.
“Ho l’orgoglio ma anche la presunzione di dire che siamo il primo Forum in Campania ad aver trattato con tanta sensibilità e costanza questo argomento.” – Tuona Nicholas Esposito, coordinatore del Forum – “Già nello scorso Luglio, infatti, il Forum regionale della Gioventù ha scelto Portici per presentare l’evento “Come Donna”, convegno monotematico sul femminicidio. Il dato davvero allarmante è che la percentuale di denuncie è ancora troppo bassa rispetto a chi ha subito una violenza. Per questo motivo, noi del Forum crediamo fortemente nella funzione che possono avere i convegni, i confronti con le scuole: soltanto parlandone, toccando con mano una possibile via d’uscita, le donne potranno avere la forza di reagire.”
Tocca poi all’avvocato Maria Rosaria Cugia muovere l’attenzione della platea al delicato argomento della “denuncia”: “La vergogna è il fattore che accumuna tutte le vittime di abusi. Purtroppo, non sempre lo Stato, le forze dell’ordine tutelano queste donne. Molte si chiedono a cosa serva denunciare un compagno se poi ce lo si ritrova a casa nel giro di poco tempo, col rischio di rientrare in quella spirale di soprusi. Avere questi carnefici a piede libero è una sconfitta per chi svolge il mio lavoro e per tutto lo Stato. Femminicidio… solo il fatto di aver dovuto addirittura coniare un nuovo termine dà l’idea di quanto grave sia questo fenomeno.”
Infine, la psicologa Antonietta Nocerino si rivolge direttamente alle tante ragazzine presenti in sala, dedica a loro il suo appello. “Spesso già in giovane età, nei rapporti di coppia tra adolescenti, si scorgono chiari segni di futura violenza. C’è bisogno che la donna sia capace di riconoscerli, al fine di sapersi difendere, tenere gli occhi ben aperti. Tutto parte con una sorta di violenza psicologica volta alla svalorizzazione della persona. Poi il primo schiaffo, fino alla violenza fisica o sessuale. ‘Non lo farà più’, viene spesso da pensare e non si trova il coraggio di parlare con nessuno, parenti e amici compresi. La vittima tende a minimizzare, prova vergogna, viene persino assalita dalla paura di essere additata come colpevole, di non essere creduta. Reagite! Una violenza si ripercuoterà su tutto il vostro vissuto futuro, sui rapporti con l’altro sesso, con se stessi e il proprio corpo. Parlare è il primo passo per aiutare voi stesse e prevenire che ciò che vi è accaduto possa succedere ad altre ragazze.”
Il silenzio in platea è tipico di chi è scosso dalla forza del tema trattato, gli applausi quasi una liberazione, una valvola di sfogo della tensione.
Una volta giunti ai saluti finali, anche il Senatore Vincenzo Cuomo, tramite una telefonata, ci tiene a raggiungere con il suo plauso i “suoi” giovani promotori di questo importante evento, si rammarica di non essere presente di persona.
E lo capiamo; esserci, in questi casi, vuol dire essere testimoni di una gioventù sana, forte e consapevole della gravità di un grosso dramma della nostra società. Esserci vuol dire dare appoggio a tutte coloro hanno bisogno di una voce amica, di un confidente.
Portici e i suoi giovani, anche questa volta, hanno urlato: “presenti!”