di Ernesto Nocera
“Non credo che il PD sia nato per rappresentare quelli che erano in quella piazza. Ma perderebbe la sua identità se li considerasse suoi nemici. Noi dobbiamo rappresentare una parte della società. Non tutta. Ma quella parte è più ampia di quelli che stavano in piazza”. Orfini dixit.
E’ del tutto ovvio che un partito è di parte. Esso si definisce in base alla parte che vuole rappresentare. A dire di Matteo II di quella parte non fanno parte quelli che stavano in piazza. Grazie a Dio riconosce che non li può avere nemici. Intanto Matteo II sa bene che quasi tutti quelli che erano in piazza hanno votato PD e un partito che prende a schiaffi i suoi elettori finora non s’era mai visto. Se poi, secondo l’orfinismo corrente, il PD non li sente suoi e a maggior ragione non sente suoi i ceti diseredati delle nostre tragiche periferie, li vuole regalare a Salvini? Matteo II sa che le dittature sono sempre nate dalla influenza di una destra populista e demagogica sui ceti disperati. E’ questo che vuole? Un partito che voglia riformare il Paese può aspirare a rappresentare solo il ceto medio alto? Sono questioni strategiche sulle quali non è lecito scherzare. Esiste in Europa un partito a tendenza riformista che litiga con i sindacati? Matteo II continua la sua reprimenda criticando la divisione sindacale del nostro Paese.
Posso consigliargli di ripassare la storia nostra e dei Paesi latini. In Francia c’è la CGT, CFDT e qualche altra centrale. In Spagna idem. La nostra divisione sindacale nasce nel 1948 come effetto della guerra fredda e con l’intervento diretto, finanziario e organizzativo, dell’AFL. Ciò per quanto riguarda l’UIL e come approdo della politica di scissione della DC per la CISL, che comunque era erede dei sindacati bianchi sturziani pre-fascisti. Essa ha sempre rappresentato un elemento di debolezza per i lavoratori e non a caso i tentativi di unità si avvicinarono al successo in tempi di centro sinistra e di politica di responsabilità nazionale del PCI. Forse a Matteo II e ai suoi “followers” un ripasso di storia farebbe bene. Comunque al presente un PD che rinnega la sua naturale funzione di rappresentare i lavoratori e i ceti disagiati è condannato ad una sconfitta storica. Ma Orfini si trovava nel PCI per caso e dell’Ulivo per combinazione? Io lo ricordo alla manifestazione nazionale sulla cultura brillante relatore. Come mai è stato folgorato sulla via di Damasco dalla grazia del moderatismo liberale?