Perché la Germania con il comparto agroalimentare produce un export di oltre 50 miliardi di euro e noi, che abbiamo il Made in Italy, noto e apprezzato in tutto il mondo, di soli 34? E’ una delle domande che ieri sera l’eurodeputato Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, ha posto alla platea del convegno “Distretto rurale per le aree interne della Campania, ricerca e innovazione in agricoltura per un nuovo sviluppo” organizzato dal gruppo regionale PD con il Comune di Sant’Angelo dei Lombardi dove è in progetto la realizzazione di un centro di servizi e ricerca sull’agricoltura sociale. Un comparto, quello agricolo, attorno al quale va consolidandosi la convinzione che si debba investire per creare sviluppo nelle aree non metropolitane della Campania, anche alla luce di alcuni dati che vedono una crescita del 44% delle iscrizioni agli istituti agrari, 9 miliardi il fatturato del settore vitivinicolo (5 dei quali di export) e il segno positivo per tutta l’agroindustria, in controtendenza rispetto ad altre tipologie di produzione.
«Legare le tante iniziative presenti sul territorio e le novità che arrivano dall’Europa, che destina il 40% delle risorse all’agricoltura, è un’opportunità di crescita per il comparto agricolo – ha spiegato l’ex ministro del governo Prodi – Fondamentale però è capire che si devono mettere al centro le imprese, e per farlo la passione non basta. Quindi come le aiutiamo a produrre reddito nonostante il calo dei consumi? Trasformando la filosofia del territorio, la sua storia in valore aggiunto, in fonte di reddito, in motivo per vendere i nostri prodotti a prezzi più alti. Assieme al prodotto dobbiamo essere capaci di raccontare tutto quello che c’è dietro e di ragionare di modello organizzativo. Che è ciò che manca al Sud mentre ad esempio al Nord dietro alla dicitura consorzio del Parmigiano Reggiano o del Grana si nascondono centinaia di produttori. Al Mezzogiorno mancano regole certe, messa in comune delle competenze, ricerca e innovazione anche nell’individuazione di un modo innovativo di presentarsi sul mercato. Su questi indirizzi – ha concluso – bisogna incoraggiare i giovani sapendo che per l’Expo la stima minima di visitatori è di 25 milioni. Le altre Regioni stanno preparando pacchetti per agganciare questi flussi sapendo che l’evento rappresenterà una occasione di visibilità straordinaria».
E di innovazione ha parlato anche Corrado Martinangelo, consulente del ministro Martina. «Ragionarne è fondamentale, così come avere un polo dell’innovazione qui, a Sant’Angelo dei Lombardi. La Campania ha bisogno di un distretto unico tra Avellino, Cilento, Benevento e alto casertano grazie al quale le Pmi possano presentare un contratto di rete e al cui interno questo progetto e l’Irpinia fungono da motore».
A coordinare i lavori la consigliera regionale Rosetta D’Amelio che ha sottolineato la particolare attenzione riservata all’agricoltura dal ministro Martina auspicando un’inversione di tendenza anche in Regione, dove l’assessorato è stato vacante per oltre due anni: «Nessuno se n’è accorto prima, nessuno si sta accorgendo ora di cosa stanno facendo». Della tavola rotonda anche il sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi Rosanna Repole, i rappresentati del Gal Cilsi e del Gal Irpinia, Mario Salzarulo e Vanni Chieffo, il responsabile Agricoltura del PD irpino Antonio Buono; il dottor Salvatore Esposito, che ha curato il progetto della prima fattoria sociale in Campania («oggi sono cinque – ha ricordato – divise tra fattorie rurali e urbane come quella di Benevento dove stiamo ragionando di agriasilo»), i referenti di Acli Terra, Coldiretti e Cia, il segretario provinciale del PD Carmine De Blasio e la responsabile Agricoltura nella segreteria nazionale del partito, Sabrina Capozzolo.