Un Paese in difficoltà, ma soprattutto diviso in due. E’ quello che emerge dalla fotografia scattata dall’indagine previsionale sulle vacanze di Natale e Capodanno degli italiani, realizzata da Federalberghi con il supporto tecnico dell’istituto ACS Marketing Solutions. Lo studio rivela che saranno solo 11,8 milioni gli italiani che si ritaglieranno qualche giorno di ferie (al massimo cinque) fuori casa con un calo dell’1,6% rispetto a 12 mesi fa. Insomma, 48 milioni di italiani passeranno Natale e Capodanno a casa, dei quali 18 milioni dichiarano di farlo per scelta, gli altri 38 per motivi economici.
La crisi insomma rafforza l’antico adagio “Natale con i tuoi…”. Curioso però che, mentre il numero di coloro che parte diminuisce, aumenta il giro d’affari del 12% rispetto allo scorso anno con una spesa per le vacanze natalizie che potrebbe arrivare a 7,8 miliardi di euro. Questo anche grazie all’aumento di italiani che andranno all’estero, in particolare nelle capitali europee e nelle località del Mar Rosso, e che spenderanno complessivamente tre miliardi di euro (+ 27,5% rispetto al 2013).
«La flessione di italiani in vacanza che verrà registrata durante le imminenti feste di Natale e Capodanno è paragonabile a un fuoco che cova sotto la cenere – ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca – Il settore si trova a patire la grave situazione economica nella quale si dibattono ancora le famiglie italiane e ormai sempre più le imprese ricettive. Occorrono dunque misure urgenti per ridare liquidità alle famiglie o si rischia un ulteriore crollo dei consumi turistici, che potrebbe tirarsi dietro un ulteriore calo del Pil nazionale. Mentre la domanda interna langue ci vediamo negare anche gli strumenti necessari per intercettare la clientela internazionale. I costi di gestione, il peso della burocrazia e la pressione fiscale salgono. A pochi mesi dall’Expo, le delegazioni estere dell’Enit sono state decapitate, la riforma dell’istituto langue, i provvedimenti attuativi del decreto turismo non sono stati ancora emanati e la legge di stabilità ha di fatto ignorato il settore. È ora di capire se questo Paese vuole investire seriamente sul turismo o se invece è un tema buono solo per le chiacchiere da salotto».