Economia e Welfare

Il Natale con i poveri della Comunità di Sant’Egidio

Il pranzo di Natale con i poveri è una tradizione della Comunità di Sant’Egidio. Fin dal 1987, ogni anno a Natale la Comunità fa festa insieme ai poveri che sono gli ospiti d’onore del pranzo di Natale. A Napoli si iniziò con un piccolo gruppo di persone povere, accolte attorno alla tavola della festa nella chiesa di San Nicola al Nilo. Quel giorno c’erano circa 20 invitati: anziani del quartiere, senza fissa dimora, e una famiglia rom. Da quel primo pranzo del 1987 la tavola si è allargata di anno in anno e ha raggiunto tanti luoghi della città e della regione dove la Comunità è presente. Che sia in una chiesa,  o in una grande sala, in un istituto, o in un carcere, ovunque sia il Pranzo di Natale di Sant’Egidio, i poveri sono amici e parenti, gente di casa con cui mangiare insieme e fare festa.

Sono previste oltre 50 iniziative natalizie della Comunità di Sant’Egidio. Il giorno di Natale oltre 1000 poveri a tavola in 4 chiese del centro storico di Napoli che diventerà una vera e propria cittadella della solidarietà: Ss. Severino e Sossio dove sarà presente il cardinale Crescenzio Sepe, S. Nicola al Nilo, Ss. Filippo e Giacomo e S. Paolo Maggiore. Nel Duomo di Aversa la vigilia di Natale pranzo con 200 poveri e con il vescovo Angelo Spinillo.

I giorni seguenti il Natale vedranno feste e pranzi negli Istituti per anziani, nelle RSA del Frullone, con i rom a Ponticelli, con i bambini della scuola della pace (Sanità, Quartieri Spagnoli, San Giovanni a Teduccio, Ercolano, Scampia, Centro Storico, Ercolano), con i senza fissa dimora della zona flegrea nel bar della piscina della Mostra D’Oltremare e altre iniziative a Salerno, Avellino, Benevento, Nola e Grottaminarda. Le sera della vigilia di Natale e dell’ultimo dell’anno le cene saranno itineranti, e raggiungeranno i senza dimora di Napoli a cui i volontari della Comunità di Sant’Egidio portano panini e pasti caldi durante tutto l’anno. Parteciperanno a queste iniziative senza dimora, immigrati di ogni nazionalità e confessione religiosa, rom tra cui tanti bambini, anziani, disabili, mendicanti, gente sola. E’ un presepe moderno dove si può scorgere il volto di Gesù nella debolezza e nella fragilità della vita dei poveri.

Molte le iniziative nelle carceri: dopo i pranzi a Carinola e un primo  pranzo con i detenuti del carcere di Poggioreale, il 23 dicembre 150 detenuti pranzeranno nella chiesa del penitenziario napoletano che il 21 marzo prossimo vedrà un grande banchetto con papa Francesco,  il 27 dicembre pranzo con gli internati dell’OPG di Napoli con il cardinale Sepe e al Centro Clinico di Secondigliano, il 30 pranzo al centro Penitenziario di Secondigliano e al carcere femminile di Pozzuoli. Infine il 2 gennaio pranzo nel carcere di Santa Maria Capuavetere. Inoltre un gruppo di ragazzi del carcere di Nisida, accompagnati dal direttore Gianluca Guida, aiuteranno a servire a tavola assieme al pranzo per i senza fissa dimora organizzato agli universitari di Sant’Egidio.

«Tante le persone che hanno chiesto di partecipare a queste iniziative per dare una mano – spiega Antonio Mattone – tanti ristoratori e aziende che hanno aiutato per la realizzazione dei pranzi: emerge una grande solidarietà proprio nei momenti di crisi e di difficoltà. Il Natale è un po’ un miracolo: è il miracolo dei volti sorridenti di tante persone oppresse dalla fatica della vita, è il miracolo di scoprirsi utili di tanti a cui non manca nulla ma che hanno perso il senso profondo della festa. Ma è anche il miracolo di risorse che sembrano non esserci e che invece si possono mobilitare, coinvolgendo attorno al Natale chiunque voglia fare qualcosa, anche un piccolo gesto per gli altri, almeno una volta l’anno».

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