Economia e Welfare

Il bilancio del “bilancio” della Regione Campania

Luca Sorrentino – Responsabile Legacoopsociali Campania

Cosa ci aspetta per il 2015? In genere tra fine anno e inizio del nuovo si fanno le previsioni su come andrà nel prossimo periodo. Staremo meglio  o peggio? Supereremo il momento di difficoltà che stiamo vivendo? Le scelte delle istituzioni che ci governano incidono significativamente sul nostro futuro e sulla nostra vita.

E allora da un po’ di tempo mi “diletto” ad analizzare gli atti della nostra regione in rapporto a come intenderà spendere i nostri soldi.

Il bilancio di previsione. Intanto in una regione che ci mette 23 anni per emanare una legge dovuta, come quella per la promozione della cooperazione sociale, e nemmeno ci riesce, non perché non c’è accordo sul testo, ma perché puntualmente, nel momento della discussione, viene meno il numero legale.  Ebbene, in questa regione, per approvare l’atto legislativo che organizza la spesa della regione, cioè l’esigibilità dei nostri diritti, il consiglio, a maggioranza, in un solo pomeriggio fa un exploit  unico nel suo genere.

Ci riesce. Approva il bilancio di previsione per il 2015. Certo forse siamo già in campagna elettorale, e forse, al di là dell’importanza dell’atto, è necessario dimostrare che esiste una maggioranza coesa del centro destra. Ma veniamo al documento in sé.

Il presidente Caldoro, oltre che lodare l’efficienza del consiglio, snocciola i numeri del bilancio. 18.837.859.9085,50 euro di spesa in termini di competenza, e 25.107.137.219,29 euro in termini di cassa.

Il presidente Caldoro elogia il lavoro dell’amministrazione che ha tenuto in equilibrio i conti, in rapporto alle entrate.

Certo lo stesso presidente Caldoro ha omesso di fare il raffronto con quanto era stato previsto per il 2014 e cioè: 29.857.737.069,63 euro di spesa in termini di competenza e 33.071.512.837,34 in termini di cassa.

Senza analizzare i tecnicismi dei conti, ad occhio e croce nel 2015 la regione spenderà circa 10 miliardi di euro in meno.

Certo tutto ciò in relazione al fatto che dovendo procedere al pareggio di bilancio per dettato costituzionale, spenderemo quanto riusciremo ad incassare, tra trasferimenti nazionali e tasse locali.

E con i taglia nazionali alle regioni e agli enti locali, non è certo da stare allegri e, paradossalmente dovremo citare Ennio Flaiano:  “Coraggio il meglio è passato”. In una regione, quale quella Campana, con le difficoltà croniche e le  emergenze sociali, prodotte dalla crisi in atto,  ti saresti aspettato dall’Amministrazione Regionale delle scelte strategiche da effettuare, su dove risparmiare e su dove investire per dare un impulso al rilancio socio economico del nostro territorio.

Avresti così avuto certezza delle idee della politica locale di maggioranza, che ti avrebbero consentito  di analizzarle,  condividerle o criticarle;  comunque di esprimere una posizione. Invece ancora una volta questa Amministrazione Regionale ha dimostrato un immobilismo, funzionale alla logica: ”chi fa può sbagliare: allora è meglio non fare, così di certo non si sbaglia”.

Approvare solo un bilancio di previsione, atto ragionieristico, con sole finalità contabili, e non una legge finanziaria, che avrebbe consentito di conoscere il pensiero politico della giunta e della maggioranza, ha distrutto il dibattito e consegnato alla collettività una prospettiva di ” lacrime e sangue”.

Si riduce la spesa su tutto, dalla sanità al sociale, dall’istruzione alla cultura, dal trasporto all’ambiente e alla casa, e chi più ne ha più ne metta. Altro che inversione di tendenza: uscire dall’austerity e investire in sviluppo locale ed economico. Qui si stringe ancora la cinghia, si rinuncia ai diritti fondamentali, alla qualità della vita delle nostre comunità, per far quadrare i conti nella maniera più becera possibile.

Quale futuro per i nostri concittadini già sottoposti a difficoltà quotidiane?  E  ancora quale destino è riservato alle categorie più fragili delle nostre comunità? Non ci resta che sperare in una più attenta programmazione delle risorse che ci dà la Comunità Europea. Ma anche qui, se si osserva quanto fatto con i fondi europei della scorsa programmazione,  non c’è certo da stare allegri.

Crediamo sia quanto mai necessario, da cittadini responsabili, essere attenti a come i nostri amministratori scelgono di governare il bene comune, vigilando sulla destinazione dei soldi pubblici, siano essi locali, nazionali che europei.

Noi lo faremo,  denunciando quanto avviene e provando a spingere le istituzioni  per una maggiore attenzione alle persone e alle comunità di questa vituperata regione.

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