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Regionali, D’Anna: «No a Caldoro candidato»

«La nostra posizione è molto chiara. Io insieme ai senatori Longo, Milo, Falanga e ad altri deputati stiamo predisponendo una lista civica regionale che probabilmente si chiamerà Patto per la Campania e sarà in campo attraverso un accordo di programma». Così il senatore Vincenzo D’Anna ai nostri microfoni in occasione dell’incontro tenutosi presso la sede politica di Forza Italia a Caserta per il tradizionale scambio di auguri con consiglieri regionali, sindaci, amministratori ed  elettori della provincia casertana.

D’Anna ha poi aggiunto con determinazione: «Dunque, questa volta non faremo questioni di schieramenti preventivi , ma di contenuti. Predisporremo un programma molto snello che comprende la sanità, i trasporti, il buon utilizzo dei fondi europei  con l’intento di migliorare la macchina amministrativa regionale. Naturalmente faremo ciò anche in considerazione di quali saranno i concorrenti alla carica di presidente della Giunta Regionale e cercheremo di scegliere non solo chi accetterà i vincoli di questi argomenti da noi proposti e che riteniamo indispensabili perché la Campania esca dalla crisi profonda in cui è sprofondata, ma soprattutto chi è l’uomo che si propone alla guida e che noi pensiamo debba avere carattere, determinazione e decisione e che faccia il governatore e non il distributore di prebende, di  incarichi, di appalti ed altro. Quindi, esattamente qualcuno che ha le caratteristiche contrarie a quelle di Stefano Caldoro».

Avete già un candidato, senatore?

«Non siamo nella condizione di proporre un nostro candidato, siamo ancora una forza civica e come tale aspettiamo che si sciolgano i nodi delle primarie che si faranno nel centrosinistra e per quanto riguarda l’area alla quale apparteniamo ovvero il Centro Destra, siamo contro i candidati calati dall’alto, contro le persone che vengono scelte a Palazzo Grazioli talvolta anche all’insaputa del presidente Berlusconi, vogliamo discutere e concorrere a scegliere e non solo a portare voti a chi è stato scelto senza il nostro gradimento e il nostro consenso».

Senatore, quale bilancio traccia dell’anno appena trascorso?

«E’ stato un anno orribile, la crisi continua a mordere e anche perché i provvedimenti presi negli ultimi anni vanno in senso contrario rispetto a quello che invece servirebbe per uscire fuori da questo dramma economico e sociale nel quale l’Italia è precipitata. Si fa un gran parlare di riforme, di modifiche e di assetti. Ma è lo Stato il vero problema».

In che senso?

«Lo Stato assorbe una gran quantità di denaro per mantenere carrozzoni statali per circa 50 miliardi di euro all’anno. Abbiamo decine di migliaia di componenti di consigli di amministrazione, una pubblica amministrazione che conta tre milioni di dipendenti, una altissima tassazione che impedisce alle aziende e a coloro che producono lavoro e ricchezza di poter competere in un’economia globalizzata. Fino ad ora ci sono stati dei provvedimenti che io definisco “pannicelli caldi” fino a quando non si aggrediranno seriamente gli sprechi, gli sperperi di denaro e le rendite parassitarie e non si taglierà quello che lo Stato assorbe, la situazione rimarrà tale. Si pagano circa 300 miliardi di pensioni all’anno, 160 miliardi di stipendi, di cui 110 per la sanità e circa 80 per gli interessi passivi. E’ un bilancio anchilosato. È il bilancio di un’azienda in perdita che se fosse stata privata avrebbe già fallito. Dunque, o si mette mano alla situazione tagliando le spese e si ricavano risorse per tagliare le tasse sia sul lavoro che sull’impresa o continueremo a girare intorno a questo malato grave facendo diagnosi e proponendo dei farmaci che sono dei sintomatici ma che non aggrediscono ne la malattia ne la causa della malattia stessa».

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