Libertà.
E’ probabilmente questa la prima parola che viene in mente a chiunque pensi di voler intraprendere la difficile strada che ho deciso di affrontare io stesso.
Pensare di impugnare una penna, una matita, e non poter utilizzare quest’arma potentissima attraverso tutti gli immensi poteri che possiede, semplicemente, vien voglia di cambiare strada. Almeno a me…
Scrivere – che sia per un giornale, per un romanzo a cui si lavora da anni, per un semplice blog o anche una bacheca di un qualsiasi social network – è la più nobile delle arti, la più travolgente e misteriosa delle vie d’uscita da una vita altrimenti schiavizzante, alienante, a volte, persino umiliante.
Attraverso la libertà di raccontare, abbiamo l’unica possibilità di vivere esperienze altrimenti fuori portata per la nostra vita, di viaggiare in posti ed emozioni sconosciute, di vestire panni che non ci appartengono.
Nessun pazzo – che abbia in petto una croce, una svastica, una mezza luna – può pensare di limitarla con la violenza, figuriamoci con la morte, per quanto brutale essa sia.
In questo Mondo di censure, di informazioni filtrate dai potenti, di una democrazia che non esiste, solo la penna ha ancora il potere di salvare delle coscienze, quindi, delle vite.
Vendicare e ri-vendicare non serve a nulla, se non a quelli che tutto questo lo hanno creato ad hoc. In Francia, come nel resto del mondo, l’unico modo sbagliato di fare giustizia a quelle persone, è scatenare la caccia al “diverso”, al “musulmano”, al “nemico”.
Pensare di chiudersi in un becero e ignorante nazionalismo, servirebbe soltanto ad uccidere nuovamente quegli sfortunati portavoce di libertà.
Alzate le vostre matite, come oggi pomeriggio a Parigi. Poi usatele bene. Combattere il terrorismo vuol dire combattere il razzismo. Non il contrario…
Siamo tutti Charlie! Non uccideteci-vi!