«Il Manifesto nasce dalla necessità di innescare un fertile dibattito culturale, nell’ottica del confronto e della condivisione delle esperienze dirette e del pensiero che sottende l’agire dell’archi¬tetto, patrimonio inestimabile per il dialogo e la crescita di una comunità di professionisti impegnati attivamente sul territorio». Così il presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Caserta Enrico de Cristofaro nel presentare il Manifesto “l’Architettura in 10 punti” che il prossimo 15 gennaio vedrà arrivare nella città della Reggia alcuni dei maggiori esponenti della cultura architettonica nazionale. Ognuno interverrà su i temi che costituiscono l’ossatura del Manifesto. Nello specifico: Franco Purini (Architetto), Massi-mo Pica Ciamarra (Progetto); Camillo Botticini (Etica), Vittorio Gregotti (Estetica), Alessio Princic (Preesistenza), Andreas Ki¬par (Paesaggio), Luca Scacchetti (Città), Mario Cucinella (Sostenibilità), Riccardo Dalisi (Multiculturalità), Luca Molinari (Contemporaneità).
Il documento, promosso dall’Ordine, e curato da Elviro Di Meo, Umberto Panarella, Giancarlo Pignataro, Chiara Affabile, Paolo De Michele, Tiziana Leda Denza, Aldo Giacchetto, Francesca Sabina Golia, Mascia Palmiero, Alfredo Panarella, Gabriella Rendina e Rita Vatiero (componenti della Commissione Cultura), è la sintesi di un articolato percorso di lavoro e di incontri seminariali che hanno avuto inizio nei primi mesi del 2014.
Attraverso la formula del call for paper, tutti gli iscritti all’Ordine di Caserta sono stati invitati a esprimere una propria riflessione su uno o più punti del Manifesto, rendendo, in questo modo, il testo condiviso e frutto di un’ampia partecipazione.
All’incontro con la stampa erano presenti Umberto Panarella, consigliere referente Commissione Cultura, Giancarlo Pignataro, direttore della Rivista METE, ed Elviro Di Meo presidente della Commissione cultura e Carlo Cardone, consigliere segretario nel direttivo dell’Ordine stesso.
Per Giancarlo Pignataro: «Oggi le nostre città sono sconvolte dalla diffusa mediocrità e volgarità di buona parte dei recenti interventi edilizi senza alcuna capacità di rapportarsi con l’esistente e violando i criteri insediativi consolidati da secoli, quasi sempre fuori scala e, spesso, (…) utilizzando uno stile consonante, mimetico, o al contrario facendosi abusivi sostenitori risoluti di una esibita modernità di linguaggio».