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Regionali, dalla Campania un grattacapo per Grillo

Se il Partito Democratico in Liguria riconta le schede e in Campania fa penare iscritti ed elettori per l’eterna indecisione sullo svolgimento o meno delle primarie di inizio febbraio, il Movimento Cinque Stelle certo non sorride.

Anche per i proseliti di Beppe Grillo, il cammino verso le Regionali sta riservando (a sorpresa?) qualche turbolenza che tocca da vicino proprio la Campania, terra di tre dei cinque coordinatori scelti dal comico genovese per dirigere il movimento.

E’ notizia di ieri pomeriggio la sospensione dal M5S del blogger Angelo Ferrillo, fondatore e presidente dell’associazione “La terra dei fuochi” e dell’omonimo blog, da tempo impegnato nel contrasto ai roghi dei rifiuti nell’agro casertano. In una nota Ferrillo, dato come uno dei possibili candidati a Governatore della Campania, 37enne e laureato in farmacia, ha fatto sapere di aver ricevuto una comunicazione nella quale, a nome di Beppe Grillo, si legge che “se un candidato manifesta pubblicamente come lei ha fatto di ritenere una ‘truffa’ la procedura di candidatura delle votazioni in cui si candida (e quelle utilizzate in precedenti votazioni) disconosce sostanzialmente la validità delle procedura e ne turba il regolare svolgimento”. Da qui la sospensione e l’attivazione di 10 giorni di tempo entro i quali presentare controdeduzioni.

Ferrillo dal canto suo respinge le accuse e chiede la revoca del provvedimento sperando di ricevere sostegno dai colleghi di movimento. Intanto su Facebook la pagina “Gli amici di Angelo Ferrillo presidente alle regionaria della Campania” attacca: «E’ stato un errore, un grosso errore politico e di immagine. Espellere Angelo Ferrillo, dopo che lo si era lasciato candidare è stato un grosso errore. Se lo staff riteneva le sue dichiarazioni offensive e lesive dei principi del movimento, allora non doveva neanche consentirgli di candidarsi alle primarie. Aver deciso di espellere Angelo Ferrillo dopo che 104 persone regolarmente iscritte al blog lo hanno votato, equivale ad espellere (moralmente) quei 104». E sono tanti i commenti di simpatizzanti e iscritti al Movimento critici verso i vertici e la scarsa democrazia che regna all’interno di una formazione politica che, ancora più che altrove cioè i vecchi partiti, sembra essere allergica al dissenso.

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