La composizione delle liste dei candidati in Campania, alla luce degli ultimi avvenimenti, prevede addirittura la partecipazione di noti personaggi del gossip nazionale, anche scadente per dirla tutta. La triste realtà è la mancata menzione di vari aspetti che attengono alla composizione e alla selezione dei candidati.
In primis i caratteri della meritocrazia e delle capacità rappresentano elementi subalterni nella valutazione della scelta e viene prediletta la strumentalizzazione del candidato al fine del procacciamento di preferenze; addirittura le persone che dimostrano una qualche abilità e danno segni di indipendenza di pensiero sono ostacolate nella loro carriera. Ad esempio, nel partito di Forza Italia le liste sono state chiuse da tempo e non danno spazio a chi ha realizzato buoni risultati in campi scientifici, o culturali o di proposta politica. I vertici preferiscono soluzioni di “apparentamento” e i voti sono accumulati sul territorio attraverso una accurata scelta del ” piccolo elettore” pronto a far di tutto pur di emergere.
Nel centrodestra avremo nomi per le regionali come quelli del sindaco Luca Capasso, Giosy Romano, Elisa Russo, Francesca Beneduce, Gennaro Giustino, Antonio Laudando, Elisabetta Corvino a cui sono preferiti cooptati, mogli e figli. La lista sarebbe ancora più lunga e credo che i vertici romani, come ho sempre detto, abbiano referenti di partito sul territorio con scarse capacità.
In questo modo purtroppo non dobbiamo meravigliarci se Salvini avanza proposte al Sud con ragazzi promettenti e “sprecati” come Gianluca Cantalamessa oppure se vecchie cariatidi pluriprocessate ancora hanno un ruolo determinante nelle elezioni regionali campane. La lotta alla corruzione dovrebbe partire dalla scelta dei candidati eliminando innanzitutto coloro che provengono da famiglie plurindagate per gestioni di appalti in ogni campo: dalla sanità all’ abusivismo edilizio fino al voto di scambio, ove si manifesti un continuum di azione criminosa ai danni della comunità.
La piovra della corruzione non interessa solo le zone casertane ma si estende in territori ancora più “hot ” dove forse gli interessi sono più “consociativi” e la lotta trova duri ostacoli d’ azione. In fondo la vera tangentopoli campana non è mai cominciata e la Terra dei fuochi, all’ indomani di manifestazioni apocalittiche, lascia ancora l’ amaro in bocca a chi attende una reale attuazione dei decreti i quali richiedono un dispendio economico eccessivo a carico dello Stato.
Oramai tutti sono presi dalla scelta del candidato a Presidente della Regione che attualmente sembra subordinata a quella del Presidente della Repubblica. Ma poi perché? Non l’ho ancora capito. Un dato certo è che la Campania ha bisogno di un leader politico che possa prendere scelte anche rischiose “fuori dei conti di bilancio”.
Rosa Criscuolo, membro Comitato nazionale radicali italiani