Ricordi, emozioni ed aneddoti di straordinario fascino. È stata una mattinata molto intensa quella in cui, all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, Giuseppe Tornatore ha ricordato il grande amico e maestro Francesco Rosi ad un mese dalla sua scomparsa. Un lungo percorso formativo quello che ha legato il Maestro napoletano e l’allievo siciliano, giovanissimo vincitore esattamente 25 anni orsono del Premio Oscar come miglior film straniero per “Nuovo Cinema Paradiso”.
Un percorso raccolto nel libro conversazione con Rosi “Io lo chiamo cinematografo”, e nel documentario di Marta Pasqualini “Il cinematografo è una malattia?”, che nella discussione al Suor Orsola, con il fratello del grande regista, l’urbanista Massimo Rosi, con un altro allievo d’eccellenza del Maestro Rosi, il conterraneo regista documentarista Gianfranco Pannone e con Valerio Caprara, docente di Storia e dinamiche produttive tra cinema e televisione all’Università Suor Orsola Benincasa, hanno suggerito molti spunti di ricordi e riflessione.
Ma soprattutto è stata una giornata segnata da un grande annuncio per la città di Napoli. Quello di Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa, che al termine della giornata ha annunciato l’imminente nascita a Napoli, proprio al Suor Orsola, di una Scuola di Cinema dedicata a Francesco Rosi.
Non solo un’idea estemporanea, ma un progetto già in cantiere all’interno dell’antica cittadella monastica seicentesca che ospita l’Università Suor Orsola Benincasa, dove nascerà un vero e proprio “Palazzo della Comunicazione” (eccezionalmente aperto oggi per una visita ai lavori in corso di Giuseppe Tornatore) nel quale la “Scuola di Cinema Francesco Rosi” andrà ad affiancarsi agli studi di Run Radio, la web radio del Suor Orsola e alla redazione della Scuola di Giornalismo, nata ormai oltre dieci anni orsono come prima Scuola di Giornalismo del Mezzogiorno peninsulare.
La Scuola di Cinema da un punto di vista accademico sarà un Master di I Livello in Cinema e Televisione (aperto dunque ai possessori di una laurea almeno triennale) e partirà già dall’anno accademico 2015-16.
“La grande peculiarità della Scuola di Cinema ed insieme la condizione fondante della sua proposta formativa – ha spiegato a margine dell’incontro il Rettore d’Alessandro – sarà la creazione di una grande rete di sinergie con soggetti produttivi di rilievo nazionale e internazionale, con cui l’Ateneo porrà in essere degli accordi di first look, in modo che tutte le sceneggiature e i format frutto del percorso di studi potranno essere presentate dagli autori, tramite un pitch, ad uno o più produttori partner a cui sarà così riservato così un “diritto di prelazione” per l’acquisto, presso l’autore, dei diritti di sfruttamento cinematografico e/o televisivo. Una grande novità che farà sì che una o più case di produzione italiane avranno praticamente a propria disposizione una factory universitaria permanente di ideazione e di scrittura filmica e televisiva”.
Giuseppe Tornatore è rimasto anche molto colpito dalla “Grande Bellezza” dell’antica cittadella monastica che ospita l’Università Suor Orsola Benincasa che ha definito “perfetta per l’ambientazione di un film”, come del resto è accaduto già tante volte ai grandi registi del cinema italiano, da Carlo Lizzani a Mario Martone, che hanno scelto il Suor Orsola come set cinematografico.
“Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, Andrea Renzi, 1992
“Pianese Nunzio 14 anni a Maggio”, Antonio Capuano, 1996
“Il manoscritto di Van Hecken”, di Nicola De Rinaldo, 1998
“Assunta Spina”, miniserie televisiva di Raiuno, 2006
“Università Suor Orsola Benincasa di Napoli”, documentario di Carlo Lizzani, 2009
“Carlo Gesualdo da Venosa, appunti per un film” di Luigi Di Gianni, 2009
“La Kryptonite nella borsa” di Ivan Cotroneo, 2011
“The Grotto” di Giordany Orellana, Italia-Usa 2012
“Il Giovane Favoloso” di Mario Martone, Italia 2014