Una discussione a quattro sulle riforme costituzionali per il terzo appuntamento della Scuola di Alti Studi Politici dell’Università Suor Orsola Benincasa a Nusco, in Irpinia, proprio mentre alla Camera andava in scena la definitiva implosione del Patto del Nazareno. Protagonisti e su posizioni diverse l’ex presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro, il costituzionalista Augusto Barbera, il penalista e deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e il sindaco di Nusco Ciriaco De Mita.
“Anni fa chiesi al presidente Tesauro se era disposto a candidarsi a sindaco di Napoli, ma mi rispose di no perché lì non si può amministrare con le regole e non ebbi la forza di dirgli che si poteva tentare”. E’ l’aneddoto iniziale raccontato dall’ex presidente del Consiglio.
“Ho soggezione a parlare – ha esordito Tesauro – perché De Mita riflette e dà stimoli di livello altissimo. Convitato di pietra di questa lezione è l’esigenza di riformare il nostro Paese e di farlo per dargli più competitività e in una prospettiva europea, dove abbiamo bisogno di andare oltre i sì e contribuire alle decisioni comuni”. Centro del suo intervento la spiegazione delle ragioni della Consulta nella bocciatura del Porcellum: una legge che in ragione della stabilità di governo sacrificava troppo il risultato elettorale con un premio di maggioranza eccessivo e mortificava la possibilità di scegliere degli elettori con le liste bloccate. “La soglia minima al 40% è giusta – ha spiegato l’ex presidente della Consulta riferendosi invece all’Italicum – ma è ancora un premio per la maggioranza e non di maggioranza. Bene anche il 3% come sbarramento in ingresso in Parlamento. La mia profezia è che i capilista dei grandi partiti saranno eletti, degli altri non sono sicuro. Gli eletti con preferenza inoltre saranno quasi tutti dei partiti maggiori, per cui sarebbe stato meglio avere meno collegi. E c’è il problema dell’eventuale ballottaggio in cui non sono previsti apparentamenti per cui prevedo una probabile rarefazione delle liste all’inizio della competizione elettorale”.
“Ci sono varie cose buone come, ad esempio, dei limiti alla decretazione di urgenza, la valorizzazione degli istituti di partecipazione democratica, l’obbligo per le Camere di decidere sull’iniziativa popolare – ha argomento il professor Barbera a proposito della riforma del bicameralismo paritario in corso in Parlamento. “Venendo al Senato – ha continuato – i dubbi riguardano la composizione visto che i consiglieri regionali non hanno brillato per il loro lavoro in questi anni, ma si tratta di una scelta che si inserisce nel solco di altre democrazie”.
I due costituzionalisti non hanno convinto De Mita che infatti ha precisato: “Quello che mi inquieta è che non si ragiona del fatto che la democrazia rappresentativa ne esce sempre più fragile. La ricchezza italiana è sempre stato il pluralismo politico”. A fornire una sponda a De Mita il professor Sisto, arrivato in Irpinia direttamente da Roma dopo aver assistito a quello che ha definito “a un omicidio costituzionale alla Camera. Non per i contenuti, ma per il metodo perché non si può modificare la Costituzione come se fosse una legge ordinaria. Come direbbe il mio poeta preferito, Ungaretti, è il mio cuore il Paese più straziato”.
“In commissione Affari Costituzionali abbiamo fatto un lavoro eccellente con tutti i colleghi – ha argomentato il deputato di Forza Italia, fresco di dimissioni da relatore del Ddl Boschi – ma in Aula anziché elevare il livello della discussione si è usata la mediazione politica sul Ddl Boschi per ragioni di convenienza. La Costituzione è diventata un patriota condotto alla ghigliottina, quando invece andava trattava con la sapienza con cui si manovra un telaio. Il Patto del Nazareno è imploso perché era un dovere visto il tenore delle riforme, ma sull’elezione di Mattarella c’è stata una violazione di metodo, il patto è stato tradito e allora noi ci riprendiamo la nostra identità”.