Londra. Prestigioso hotel cittadino. Cico, un ricco uomo d’affari , è nella sua stanza. Apre la porta ad una donna: Raquel. Dice di essere la sorella di un suo vecchio amico, Paulo.
È una donna piacente, affascinante. Giunge a Cico, improvvisamente, dopo aver scoperto dalle pagine del Financial Times che lui fosse lì per una riunione. “Ho avuto voglia di vederti, di ascoltare la tua voce.” Gli dice.
Cico e Paulo erano stati grandissimi amici. Si erano conosciuti a scuola, e per anni avevano condiviso la loro vita. Poi, un episodio, un pugno, li aveva allontanati, senza una parola, senza alcun tentativo di riconciliazione. E per lunghi trentacinque anni, il nulla.
L’arrivo di Raquel è, quindi, sconvolgente, sicché conosce dettagli essenziali del rapporto di amicizia tra Cico e quello che dice essere suo fratello. Descrive parole, luoghi, ricordi. Troppi. Dice di averli appresi proprio da Paulo. Ma Cico non l’ha mai vista, non ha mai sentito parlare di lei, non ha mai saputo che esistesse. Non sa crederle: “ Non me la bevo! Anzi, guarda: non credo a una sola parola di quello che hai detto. Ho molti difetti, ma non sono fesso. Non è facile raccontarmela, te lo assicuro.”
La verità. Ecco cosa vuole Cico. Perché quella donna è lì, davanti a lui? Perché gli sta raccontando tutte quelle storie? Poi l’uomo capisce da sé. Ci sono pause di disagio, rimandi di confessioni, ricordi, lettere mai spedite e rimproveri.
Poi una musica sentimentale, come un’apertura nuova, immaginifica.
Il teatro è moltiplicazione di tempi, di finzioni, anche se apparentemente verosimili. Senza dubbio la scena teatrale è lo spazio privilegiato per rappresentare la magia di cui è intessuta anche la vita della gente: quell’altra vita che inventiamo perché non possiamo viverla davvero, ma solo sognarla grazie alle splendide menzogne della finzione.
È tutto questo, e non solo, “Visite”, nuova opera teatrale del regista Niko Muci, in scena dal 20 al 22 febbraio al Teatro Area Nord di Napoli.
“Con questo spettacolo, proseguo il percorso di riflessione sulle varie forme dell’amore e della solitudine, iniziato con “Ida e Ada”, continuato con “Sentimenti all’asta” e con “Dentro di me”, sperimentando piccole variazioni di approccio ad un unico problema.” – Sottolinea il regista. – “L’intera rappresentazione è lo sviluppo drammaturgico di una trama che si fa teatro attraverso il susseguirsi di alcuni colpi di scena che rendono possibile, ai due personaggi, di spostare continuamente l’angolo di visuale, come attraverso un prisma fornito agli spettatori, per farsi una propria idea, anche eccentrica, del vero e del falso narrato e rivissuto. Un lavoro approfondito e basato sulla capacità di affabulare e rendersi credibili dei due attori Marcella Vitiello e Roberto Cardone. Le musiche di Luca Toller e i costumi di Alessandra Gaudioso rendono il tutto ancor più credibile e interessante.”