La pastorale carceraria della Diocesi di Napoli ha organizzato due giornate di riflessione e di preghiera sul tema delle carceri.
Si è svolta il 19 febbraio 2015, alle ore 18.00, nella Chiesa di San Giuseppe dei Ruffi (suore Sacramentine in via Duomo), l’adorazione Eucaristica per i Carcerati in preparazione alla Giornata diocesana di preghiera per i carcerati prevista per domenica 22 febbraio.
Due giornate che rappresentano un punto chiave di tutto l’anno cristiano ecclesiale partenopeo, essendo esse legate alla dimensione degli ultimi, nei quali si identifica il Cristo, come ci ricorda Don Franco Esposito, Cappellano di Poggioreale, prete dal 1988.
La giornata di ieri è stata – sottolinea Don Franco – particolarmente toccante e incisiva grazie anche alla partecipazione delle Monache di Clausura che hanno avuto cura di animarla con preghiere e momenti di riflessione. Il tutto si è svolto alla presenza dei cappellani delle carceri, i volontari, gli ex detenuti e le loro famiglie.
Un momento di unione e condivisione che ha un grande duplice pregio: da un lato si riesce, con questa sensibilizzazione, a raccogliere in tutte le parrocchie della diocesi beni di prima necessità, come quelli relativi all’igiene personale, che riusciranno a soddisfare i bisogni dei detenuti per l’intero anno; dall’altro, si può così mostrare alle persone ristrette la propria vicinanza, facendoli sentire meno soli – si spera –, meno abbandonati dalla società e dalle istituzioni In questo senso la Chiesa, ricorda Don Franco, “può e deve dare il suo contributo affinché non venga disillusa la loro domanda di fiducia e speranza nel prossimo”.
Importanti a questo proposito sono state le parole di Don Tonino Palmese, Vicario Episcopale per la Carità della Diocesi di Napoli, che si è soffermato proprio sulla speranza, facendo riferimento alle parole di un detenuto di Auschwitz secondo cui anche un luogo d’inferno può diventare un luogo di paradiso quando si vive la condivisione e fraternità.
“Si entra colpevoli di un reato commesso e si esce arrabbiati e con la consapevolezza di essere vittime di un reato subito che è quello di essere stati parcheggiati in una situazione disumana per alcuni anni e poi riammessi nella società senza nessuna possibilità di riscatto”. Alcune delle parole incisive di Don Franco Esposito che permettono di capire quanto, per questa ragione, l’azione cattolica di supporto ai detenuti sia oltre modo fondamentale. Non a caso visitare i carcerati rientra tra le sette opere di Misericordia corporale richieste da Gesù nel Vangelo (Matteo 25).
Le monache che hanno una corrispondenza frequente con alcuni detenuti, le parrocchie che fanno da casa di accoglienza per gli stessi, le tante attività dei volontari, tendono la mano a chi, chiuso in cella per 22 ore, e spesso e volentieri senza l’aiuto e il supporto emotivo di familiari e amici, vede ingigantirsi qualsiasi malessere sotto il colpo della solitudine esistenziale.
Solitudine ed emarginazione spesso dettata da una cattiva informazione, come spiega Don Franco Esposito: “La disinformazione ci fa vedere il carcere come l’unica risposta alla domanda di sicurezza del cittadino, esistono invece misure alternative come l’affido alle parrocchie come case di accoglienza. Questa potrebbe essere una bella risposta della comunità cristiana”.
Importante certamente anche il contributo dei volontari. A questo proposito segnaliamo la bella iniziativa portata avanti dall’Associazione Culturale La Mansarda, un triangolare di calcetto tra detenuti del carcere di Poggioreale, ex glorie del Napoli e giornalisti sportivi, presentato il 10 febbraio e che ha visto sfidarsi oggi, 20 febbraio, la squadra dei detenuti e quella delle ex glorie, per una partita che ci auguriamo aiuti a vincere l’indifferenza come sottolinea il titolo dell’evento “Diamo un calcio all’indifferenza”.
Ricordiamo, inoltre, che la giornata del 22 febbraio si svolgerà alle ore 17.00 nella Basilica dell’Incoronata a Capodimonte e vedrà il Cardinale Crescenzio Sepe celebrare la Santa messa alla presenza dei cappellani delle carceri, i volontari, una rappresentanza di detenuti delle carceri di Secondigliano e Poggioreale e le loro famiglie. Il Cardinale al termine della celebrazione si tratterrà con loro per un momento di fraternità.