Non solo una protesta, ma pure proposte nell’azione organizzata ieri in tutta la Campania, e in raccordo con gli omologhi del resto del Paese, da Agrinsieme, il coordinamento di tutte le sigle del mondo agricolo e rurale, che ha consegnato ieri mattina ai cinque Prefetti territoriali e al governatore Stefano Caldoro un documento politico. Quindici le richieste, a partire dalla modifica dell’Imu sui suoli agricoli passando per l’assicurazione di tempi brevi per l’applicazione della PAC, l’approvazione del nuovo PSR 20142020, l’intervento sui gap strutturali che minano la redditività agricola, l’adozione di un piano di emergenza per l’olivicoltura campana e l’intervento sui mercati in crisi, fino al completamento del ciclo dei rifiuti per evitare roghi e discariche a cielo aperto. In particolare per l’Imu, il coordinamento chiede significativi correttivi al Decreto Legge 4/15 in modo da evitare che gli agricoltori siano chiamati a pagare un’imposta che non tiene conto del rispetto dei principi di sostenibilità, equità e ragionevolezza. Ad Avellino le proposte sono state anche discusse al Circolo della Stampa da rappresentanti di categoria, agricoltori e politica.
“Non vogliamo non pagare le tasse – ha spiegato Michele Masuccio della Cia ma vogliamo pagare il giusto. Non possono colpire le imprese agricole che in questo momento sono le attività economiche che producono per la bilancia italiana in segno positivo. E’ necessario far capire chiaramente che questo settore non può essere bistrattato ma deve essere preso in debita considerazione”.
In sala il presidente del Consiglio Regionale della Campania Pietro Foglia: “E’ necessario uno sforzo congiunto per rilanciare le eccellenze dell’agricoltura campana nel mondo, soprattutto adesso che il decreto interministeriale ha circoscritto a pochi ettari le aree agricole contaminate dai rifiuti. Per questa ragione seguiamo con forte interesse le iniziative di Agrinsieme”. Da Foglia anche un passaggio sull’Imu: “Ha stravolto la definizione dei Comuni montani, ancorata oggi esclusivamente all’altitudine della sede municipale. Un paradosso che penalizza fortemente le nostre coltivazioni come quelle del castagno e delle nocciole”.
“Lo sviluppo agricolo della nostra terra – ha aggiunto la consigliera regionale del PD Rosetta D’Amelio – può e deve rappresentare un volano per rilanciare il nostro mercato produttivo passando per l’impiego dei tanti giovani che oggi sono costretti ad andar via. Ma per avvicinare i ragazzi all’agricoltura bisogna regalar loro più di parole, serve un sistema che valorizzi la cooperazione di tutti gli attori coinvolti puntando su quelle che sono eccellenze. E’ indispensabile – ha continuato la D’Amelio – che si punti allo sviluppo del soprasuolo. Non commettiamo l’errore già commesso in passato dalla Regione: non possiamo perdere nuovamente”.
Della discussione anche l’onorevole di Sel Giancarlo Giordano che ha definito l’agricoltura irpina “la cenerentola della Regione”, sia per l’incapacità degli agricoltori di fare rete sia per la disattenzione delle classi dirigenti per un settore posto sempre in secondo piano rispetto a quello industriale.