Massimo D’Alema, esponente storico della Sinistra italiana, è venuto in visita a Napoli per partecipare al convegno “Sprofondo Sud”, dibattito organizzato dal gruppo Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo, con l’Onorevole Massimo Paolucci, per parlare dei Fondi europei 2014/2020. L’ex Presidente del Consiglio dei Ministri, in una lunga intervista, ha commentato l’abbandono di Paolucci del Partito Democratico, ma anche il caos delle primarie in Campania.
Presidente, partiamo dalle polemiche all’interno del Partito Democratico, un suo commento sulla presa di posizione di Bersani, riguardo alla dichiarazione che non voterà per l’Italicum se le cose restano così.
«Il testo attuale, secondo me, presenta aspetti che non sono accettabili, in contraddizione con quello che noi abbiamo sempre promesso agli elettori, quando abbiamo detto di volere una legge elettorale, che consenta ai cittadini di scegliere i propri parlamentari. Mi pare che Bersani abbia sollevato un problema attuale e mi auguro che questa sua presa di posizione, dia luogo a una seria revisione di questa legge».
Secondo lei, in merito all’Italicum, si rischia una lacerazione del gruppo dirigente?
«Il giudizio sull’Italicum l’ho dato. Del PD io mi occupo poco, non faccio parte del gruppo parlamentare, non partecipo a riunioni e consultazioni, il mio lavoro si svolge a Bruxelles».
Una valutazione su queste forze euroscettiche, sono in realtà antieuro?
«Bisogna fare una distinzione, tra forze critiche come quella che ha vinto le elezioni in Grecia e, forze nazionaliste di destra che vogliono disgregare l’Europa. Io penso che le forze critiche pongano dei problemi reali, di cui si deve tenere conto, perché senza cambiamenti profondi, coraggiosi, che facciano uscire l’Europa dalle politiche ottuse dell’austerità, che rilancino la crescita, il lavoro, l’Europa rischia veramente una fine drammatica. Quindi, le voci critiche vanno raccolte positivamente, quelli che l’Europa la vogliono sfasciare, sono degli avversari che vanno contrastati».
Le dimissioni di Massimo Paolucci dal Partito Democratico e la sua denuncia circa i voti in arrivo dal centrodestra, ha fatto molto discutere. Lei cosa ne pensa?
«Purtroppo episodi di questo genere si sono manifestati ed io continuo a pensare, quello che ho sempre detto, ovvero che le Primarie senza regole, diventano un fattore di lacerazione e qualche volta d’inquinamento delle decisioni. Abbiamo già avuto una vicenda abbastanza sgradevole, con effetti molto negativi in Liguria e, quindi è una preoccupazione fondata, anche se, io spero che Paolucci ci ripensi, perché non mi sento di condividere l’idea di abbandonare il Partito Democratico, penso che bisogna fare battaglia per cambiarlo, cambiarne le regole, per garantire una vita democratica interna effettiva. Aldilà della scelta personale di Paolucci, che non mi sento di sostenere, bisogna dire che le preoccupazioni da cui muove, sono fondate e ripeto, non sono nuove, sono ormai alcuni anni, che dico che le primarie così, non si fanno da nessuna parte. Negli Stati Uniti ci sono le anagrafi delle primarie, visto che noi abbiamo assunto questo modello, faremmo bene a copiarlo per bene, anziché inventarci una formula, che abbiamo visto, produce effetti controproducenti, com’è accaduto anche a Napoli».
Infatti, anche a Napoli è accaduto, tra l’altro con uno dei due candidati presenti anche adesso.
«Sì, ma adesso, indipendentemente dalle persone, che non voglio criticare per cose che allo stato, non sono ancora accadute, io ce l’ho con regole che sono sbagliate e ce l’ho con un gruppo dirigente, che anzicchè dirigere il partito, si limita a constatare in modo notarile quello che accade, quando invece in certe situazioni si dovrebbe intervenire, prevenendo quelle regole, necessarie a evitare eventi negativi, a cui abbiamo assistito, che possono produrre effetti disastrosi. A Napoli abbiamo perduto l’amministrazione comunale. Le conseguenze non sono state di poco conto».
Secondo lei, c’è questo rischio anche questa volta?
«Non ne ho idea».
Crede che far celebrare le Primarie in Campania sia stata la scelta giusta?
«Io insisto, ritengo che le Primarie siano un fatto, in se, positivo, perché sono a favore della democrazia. Il problema è che il gruppo dirigente del PD da molti anni, non ha avuto la forza di fare ciò che si dovrebbe fare, regolare le primarie. C’è un solo modo di farlo, come hanno fatto negli Stati Uniti, hanno fatto delle liste di elettori, ci s’iscrive e questo mette a riparo dal rischio d’inquinamento. Uno vede se nella lista c’è un nome di un camorrista, rifiuta l’ammissione alla lista. Io non capisco perché noi, non possiamo adottare questo sistema elementare democratico, utilizzando un sistema caotico, che ha già creato molti guasti, questa è una responsabilità del gruppo dirigente del PD».