Dopo mesi di incertezza, dalle 8 di questa mattina e fino alle 21, i cittadini campani potranno scegliere il candidato del centrosinistra alle prossime Regionali di maggio. Tre i nomi rimasti in campo (Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino per il Partito Democratico, e Marco Di Lello per i socialisti) dopo i clamorosi colpi di scena dell’ultima settimana: prima il giallo delle firme per la candidatura unitaria di Luigi Nicolais, poi l’abbandono polemico del PD da parte di Massimo Paolucci e il ritiro dalla competizione di Gennaro Migliore e Lello Di Nardo; nel mezzo il rischio di annullamento delle Primarie, fissate dopo quattro rinvii al 1 marzo. Abbiamo incontrato la consigliera regionale del PD Rosetta D’Amelio, irpina e membro della direzione nazionale del partito, a lungo silente sulla vicenda ma tra i primi, la scorsa estate, a sottolineare la necessità di una presa di posizione forte rispetto alla Campania da parte di Matteo Renzi e del gruppo dirigente nazionale.
Onorevole D’Amelio, volendo sintetizzare quanto accaduto in questi mesi potremmo dire: “PD Campania, cercasi leader”. Da cosa dipende questa incapacità dei democratici, da Bassolino in poi, a esprimere un nome forte e garanzia di unità?
«Dopo Bassolino il centrosinistra campano non è stato più in grado far emergere una leadership forte perché ci si è divisi in gruppi e gruppetti che hanno preferito tentare l’affermazione del proprio punto di vista rifugiandosi sotto l’ombrello delle correnti nazionali. Il caos di questi giorni, con l’assurdità di arrivare alla conferma del voto solo tre giorni prima della data scelta, è figlio di questa prassi. C’è quindi una grossa responsabilità della classe dirigente campana del Partito Democratico per non essere riuscita a trovare un accordo interno in tempo utile».
In molti hanno sperato fino all’ultimo in un intervento della segreteria nazionale, che però non è arrivato. Renzi ha preferito non sporcarsi le mani con la Campania?
«Devo constatare con amarezza che mi sarei aspettata da parte del PD nazionale un’attenzione diversa per la nostra regione: siamo la prima del Sud e la seconda in Italia per popolazione. Renzi attraverso la Campania avrebbe dovuto dare un segnale forte al Paese, anche perché Caldoro, al di là della sua bella faccia e delle sue declamazioni, in questi cinque anni ha ridotto la regione in ginocchio. Nonostante racconti altro, la realtà dice che i cantieri non sono ancora partiti, la disoccupazione ha raggiunto livelli di non ritorno, su questioni fondamentali come acqua e petrolio non è stato in grado di produrre leggi valide e la Campania andrà in disimpegno, quanto ai Fondi Ue, per due miliardi di euro. Risorse con cui si sarebbe potuto creare veramente sviluppo. Tornando alla domanda, quindi, per la nostra regione era necessaria la discesa in campo del partito nazionale, che prendesse in mano le redini della situazione e definisse un nome forte, su cui lavorare per Primarie confermative».
Ormai il dato è tratto. Che giornata attende il Partito Democratico?
«Il PD deve capire che la giornata odierna deve essere una grande occasione di riscatto rispetto agli errori del passato. Io mi aspetto Primarie trasparenti e all’insegna della legalità. Del resto i presidenti di seggio sono stati sorteggiati, le iscrizioni all’albo dei votanti extracomunitari o minori di 18 anni sono state già chiuse. Adesso occorre verificare che, soprattutto nel napoletano e nel casertano, il risultato non sia influenzato da persone lontane dal partito e dal centrosinistra, così come bisognerà vigilare su eventuali infiltrazioni della criminalità. Infine, servirà da parte di tutti un ultimo sforzo per motivare i cittadini al voto, perché le vicende già citate li hanno resi poco propensi a recarsi alle urne. Su questo punto, devo riconoscere con onestà il grande lavoro fatto dai candidati sui territori in questi mesi di campagna elettorale».
Tra i nomi in campo, c’è il suo candidato a governatore?
«Avrei preferito che le cose andassero diversamente, ma da tempo ho detto che stante questi nomi avrei sostenuto Andrea Cozzolino perché è stato un amministratore competente, è un europarlamentare valido che ha a cuore le ragioni del Mezzogiorno e della Campania; in più ci unisce un antico legame di impegno e amicizia personale. Ciò che mi preme sottolineare è che da domenica sera, chiunque vinca, si lavori tutti insieme e con impegno per vincere le Regionali. Perché citando D’Alema, va bene le Primarie, ma contano le secondarie. La Campania ha bisogno di un Partito Democratico ricompattato per far fronte a un centrodestra in difficoltà e lacerato dalla crisi del suo leader, Berlusconi. Possiamo vincere le elezioni e riprenderci questa regione per darle un governo in sintonia con quello nazionale».