Officina delle idee

Il Papa argentino e il legame speciale con la città più sudamericana d’Italia

“Papa Francesco ha rappresentato una vera e propria rivoluzione, cambiando radicalmente l’immagine della Chiesa a cui eravamo abituati, recuperando la tradizione della povertà e della fraternità tipica del messaggio francescano. Ed è proprio questo recupero della dimensione di fraternità che ci riavvicina alla spiritualità e ai valori fondamentali per quel dialogo interculturale e interreligioso che oggi può essere l’unico antidoto al divampare del terrorismo e del fondamentalismo”. Così Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa ha aperto stamane il “Dialogo Internazionale dei Vaticanisti” organizzato dalla Scuola di Giornalismo dell’Ateneo in collaborazione con il primo Master italiano dedicato alla Mediazione e alla Comunicazione interreligiosa ed interculturale.

Tema del confronto “Che Papa è Papa Francesco?”. Un interrogativo che, in vista della tanto attesa visita a Napoli del Papa prevista per il 21 Marzo, è stato il pretesto per un’analisi a tutto tondo dei primi due anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio, partiti dall’ormai celebre “Fratelli e Sorelle Buonasera” del 13 Marzo 2013.  Un’analisi che ha messo a confronto visioni diverse provenienti da diverse latitudini: dall’America Latina alla Spagna, dal Nord America alla Francia così recentemente sconvolta dagli attentati terroristici dell’ISIS.

Allo stesso tavolo, coordinati da Raffaele Luise, già decano dei vaticanisti Rai e direttore scientifico del Master in Mediazione e Comunicazione interreligiosa ed interculturale dell’Università Suor Orsola Benincasa, c’erano la vaticanista de “La Nation” di Buenos Aires, Elisabetta Piquè, la vaticanista di Radio France, Anais Feuga, il vaticanista di ABC Madrid, Juan Vicente Boo, il vaticanista del Boston Globe, Robert Mickens, e il vaticanista del Corriere della Sera, Gianguido Vecchi.

“La visita a Napoli sarà un evento speciale per questo Papa – ha spiegato Elisabetta Piquè, vaticanista de “La Nation” di Buenos Aires, amica personale del Papa ed autrice del volume “Francesco vita e rivoluzione” – perché tra Napoli e l’Argentina c’è un forte legame e ci sono molte similitudini.  Napoli è sicuramente la città più “sudamericana” d’Italia e l’autenticità e la spontaneità del Papa argentino è molto vicina a quella dei napoletani e sicuramente mi aspetto anche qualche sorpresa nel programma della visita”.

Le conclusioni del dibattito sono state affidate a Massimo Milone, direttore di Rai Vaticano, ed autore già di due importanti volumi dedicati a Papa Francesco, “Pronto? Sono Francesco. Il Papa e la rivoluzione comunicativa un anno dopo” (Libreria Editrice Vaticana) e il recentissimo “Napoli, Lettera a Francesco” (Guida Editori), che raccoglie sedici lettere di napoletani illustri per raccontare una città ed il suo popolo al Papa che si appresta a visitarla.

Milone ha anticipato alcuni dei temi lanciati dal suo ultimo libro. In particolare il racconto della “rivoluzione di Papa Francesco: dal pauperismo alle aperture su divorziati e omosessuali”, contenuto nella lettera dello scrittore Erri De Luca al Papa. “A Napoli si dice “Scendi da cavallo” – ha scritto De Luca nella sua lettera contenuta nel volume “Napoli, Lettera a Francesco” – a chi si da’ arie di parlare dall’alto in basso e Francesco, Papa estratto dall’emisfero Sud, ha fatto scendere la chiesa da cavallo. Ha sgomberato l’intera nomenclatura vaticana a partire dalla Segreteria di Stato. Ha messo mano a due guasti incalliti togliendo ogni velo su pedofilia e finanza losca. Ha lasciato vuoto l’appartamento dei pontefici, continuando a vivere in convento. Ha spalancato i sacramenti agli esclusi, divorziati e omosessuali. Nessun Papa prima di lui si è altrettanto spogliato di fasto per stare al pianoterra delle società”.

Potrebbe piacerti...