Olimpia Pasolini, dirigente scolastico dell’I.s.i.s. “Vittorio Veneto” di Napoli, ha scritto una lettera di denuncia in merito ai fatti avvenuti nella suddetta scuola nella notte tra l’11 e il 12 novembre scorso: “La nostra scuola, come tante altre, ha subito il furto di quasi tutte le strumentazioni tecnologiche acquistate con i Fondi Europei. 70 (settanta) tablet ancora inscatolati e più di 30 (trenta) notebook sono stati portati via insieme al “diritto dei nostri allievi” di studiare con gli strumenti didattici che oggi giorno rendono più efficace e moderno il processo di apprendimento”.
In questa lettera, oltre a fare da puntello per richiamare l’attenzione su un problema scottante della nostra società, la Pasolini invita la cittadinanza tutta a partecipare concretamente affinché si restituisca ai ragazzi il loro diritto allo studio, attraverso un evento organizzato per il 13 marzo, alle ore 17.00, nell’Auditorium di Scampia. Scampia, croce e simbolo di un’Area Nord di Napoli, sempre più martoriata, che chiede attenzione e aiuto. L’incontro ha lo scopo di raccogliere i fondi necessari (100.000 euro) a dotare nuovamente i ragazzi del materiale vilmente sottratto loro.
“Avere a disposizione strumentazioni tecnologiche significa avere in aula un contatto diretto con il mondo e consentire ai docenti di rendere più “accattivante” ogni lezione. – ha spiegato la Pasolini – La nostra scuola con i suoi tre plessi opera su territori difficili e degradati: Secondigliano, Piscinola e Scampia e si apre a tutta la difficilissima Area Nord di Napoli. È quasi superfluo sottolineare quale sia la funzione sociale che svolgiamo tutti i giorni: accogliamo studenti che a stento parlano in italiano e fanno fatica a sostenere un qualsiasi regime regolamentato e li formiamo ad attività lavorative del mondo dell’enogastronomia, del turismo e del commercio. L’acquisizione di specifiche competenze è il momento conclusivo di un percorso scolastico lungo e difficile, che non può più prescindere dall’uso di ausili didattici che catturino l’attenzione dei nostri giovani, poco predisposti alle lezioni frontali basate sulla tradizionale trasmissione di saperi teorici”.
Un contributo alla diffusione del sapere, l’unica vera potente arma alla violenza e al degrado, che non può prescindere dal contributo di “Uomini buoni” che facciano da contraltare a quelli “brutti e cattivi” nominati dalla Pasolini usando una terminologia fanciullesca forse sperando che dal linguaggio dei bambini gli uomini traggano anche l’innocenza e bontà d’animo.