Tra pochi giorni arriva la primavera, ma i malanni invernali sono ancora in agguato. È un’influenza ostinata quella del 2015. Sono, infatti, migliaia gli italiani costretti a letto: le fasce della popolazione più colpite sono i bambini fino a 4 anni e gli adulti tra i 30 e i 64 anni. Che succede? L’influenza sta durando oltre il previsto, e gli ambulatori sono ancora pieni a differenza degli anni passati, quando, ai primi di marzo, il picco era ormai smaltito. Il virus sembrava aver mollato la presa e invece ha rialzato la testa. Sotto il profilo clinico, questa influenza è più forte rispetto ai virus degli anni precedenti. Di “picco lungo” parlano le Fonti Asl. Numerose anche le ricadute: gente che aveva già pagato il suo pegno all’influenza, credendo di avere ormai pareggiato i conti, è invece ricascata.
In realtà, il peggio sembra essere alle spalle. Lo dicono i dati raccolti da InfluNet, la rete italiana sorveglianza della sindrome influenzale, coordinata dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). L’ultimo rapporto, relativo alla settimana dal 23 febbraio al 1° marzo, registra un calo del tasso d’incidenza a livello nazionale: 5,29 casi ogni mille assistiti contro i 10,81 della quarta settimana del 2015. Quella del picco. Ma l’osservazione empirica, negli ambulatori e dal bancone delle farmacie, suggerisce altro.
La soglia epidemica viene superata ormai da otto settimane in gran parte dell’Europa, non solo in Italia. In Francia, secondo i dati ufficiali, l’epidemia di influenza ha condotto quest’inverno a un tasso di mortalità superiore alla media tra la terza e l’ottava settimana del 2015.
In genere, ogni anno, in ogni paese dell’area UE, la malattia provoca diverse migliaia di vittime. Un eccesso di mortalità invernale è praticamente rilevato ogni anno, ma è di solito limitata a qualche migliaio di morti o meno. Negli ultimi dieci anni, invece, è stato raggiunto un record tanto negativo con una mortalità invernale in eccesso, che ha già raggiunto in questa stagione, il livello osservato durante gli inverni 2008-2009 e 2012-2013 con circa 10.000 morti in più.
Questo aumento della mortalità in persone oltre i 65 anni è stato osservato anche questo inverno in una dozzina di paesi europei, tra cui, oltre l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Inghilterra, la Spagna, il Portogallo, Paesi Bassi e Svizzera. In tutta Europa, l’eccesso di mortalità per tutte le problematiche connesse all’influenza è stimato in 80.000 morti, di tutte le età, ha detto l’Istituto francese della salute. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ricorda che più volte l’associazione si è occupata del problema, rilevando che nonostante le campagne di vaccinazione e le cautele, ancora oggi i virus influenzali continuano a mietere vittime. Una delle colpe sta senz’altro nell’abuso degli antibiotici che contribuiscono all’evoluzione di ceppi sempre più virulenti e resistenti alle cure.
Secondo gli esperti, un altro fattore che ha portato a questo incremento di virulenza è stato l’“effetto Fluad”, e cioè la questione del ritiro precauzionale, da parte dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco), di due lotti di vaccino antinfluenzale, per alcune morti sospette. La notizia ha provocato un’ondata di panico generalizzato e un rifiuto collettivo della vaccinazione. Alla fine il Fluad è stato scagionato, ma il caso ha continuato a lavorare sulle paure della gente. Morale, quest’anno ci si è vaccinati meno degli anni precedenti, quando già ci si vaccinava poco. E così il virus ha vinto facile.