Il fenomeno delle baby gang è ormai divampato in ogni parte d’Italia. Con picchi d’intensità, maggiori o minori, è presente in qualsiasi città del nostro Paese. Napoli, anche in quest’occasione, vanta un primato. La capitale campana, infatti, registra numerosissimi episodi di micro criminalità ad opera di gruppi di ragazzini, che non superano i quattordici anni. Un dato preoccupante, se ci si sofferma a pensare che questi giovani di oggi, saranno gli adulti di domani. Il fenomeno sociale, infatti, deve essere studiato con molta attenzione, vista la sua gravità. Per comprendere quanto, tutto ciò, sia diventato un problema serio, basta guardare i recenti fatti di cronaca.
E’di qualche giorno fa la notizia di un autobus dell’ANM vandalizzato per mano di un gruppo di ragazzi, che in loro difesa hanno dichiarato di averlo fatto per puro divertimento, per passare il tempo. Periodicamente si ascoltano aggressioni e risse tra giovani adolescenti, che spesso finiscono male, con ragazzi accoltellati e feriti. Non va dimenticato l’episodio, avvenuto qualche mese fa a Pianura, dove un gruppo di “baby criminali” ha rovinato la vita di un povero ragazzo, seviziandolo con un compressore ad aria. Un episodio, la cui violenza e brutalità, deve far riflettere fino a che punto possa arrivare la crudeltà di questi ragazzi.
Difficile immaginare che “bambini”; perché a quell’età si potrebbero ancora definire tali, arrivino a tanto. Eppure accade. Eppure sono sempre di più le persone che, per strada, sono vittime di questa violenza. Aggressioni senza alcun motivo, stupidi dispetti che finiscono male, scippi, rapine ad opera di ragazzi, il cui viso non è ancora “cresciuto”. Atti vandalici ai danni di monumenti, statue, chiese, che sono il patrimonio artistico della città. Patrimonio, che però, la loro strafottenza non riesce a comprendere, lo ignora o addirittura lo sbeffeggia, perché è divertente, perché così, si lascia un segno, una sigla che rappresenta la “mia importanza”, la “mia presenza”. E come pensare, che una città come Napoli, devastata su più fronti, possa avere un futuro, se abitata da giovani di questo tipo. Giovani che probabilmente emulano i propri genitori, che magari hanno condotto una vita di criminalità, scegliendo sempre la via più facile. Genitori che hanno contribuito a rendere questa città, “la terra di nessuno”, dove regole e legge lasciano il posto troppe volte a una totale anarchia. Questi giovani dovrebbero far parte di quel futuro migliore, che molti cittadini aspettano, in cui sperano. Ma se già a quest’età, preferiscono l’arroganza e la prepotenza a un qualsiasi tipo di senso civico, diventa impossibile immaginare una fine diversa per questa città. Il fenomeno della microcriminalità, delle baby gang, seppur molto diffuso, non investe la totalità dei giovani napoletani, c’è chi crede che tempi migliori arriveranno, che prima o poi qualcosa cambierà. Per far sì che questo avvenga, però, urge un cambiamento di rotta. Cosa fare affinché questi giovani ricevano un’educazione corretta? Scuola e istituzioni, dovrebbero, sicuramente, aumentare le iniziative mirate a un’educazione sensibile per questi giovani. Ma solo questo non può bastare, sensibilizzare a un maggiore e corretto senso civico, a un amore per la propria città, sembra essere quasi un miracolo. In cui però, si deve continuare a sperare.