Sono in molti a credere che gli esseri umani abbiano sempre mangiato carne: non è così. Studi approfonditi di anatomia comparata e morfologia funzionale comparata fitozoologica, riferiscono che la struttura dei nostri denti e dell’apparato digerente, testimoniano esattamente il contrario. Mangiare cibo animale è un fenomeno abbastanza recente, rispetto alla storia dell’evoluzione umana. Gli studiosi hanno infatti appurato che, fino al periodo che vide l’avvento delle glaciazioni WURM (fenomeno geologicamente collocato a circa 110.000 anni fa e terminato circa 9.600 – 9.700 anni prima di Cristo), l’uomo seguiva un’alimentazione frugivora (frutta, graminacei, radici, bacche tuberi, vegetali etc..). Solo in seguito, l’uomo ha iniziato a nutrirsi di carne, in quanto tutti gli elementi propri della sua dieta erano compromessi dal gelo. Erano ibernati, e l’uomo ha dovuto ricorrere ad un alimento innaturale: la carne. Questo alimento, una volta introdotto nella sua dieta, ha finito col causare epidemie e alti tassi di mortalità, fin quando l’organismo umano è riuscito ad “assuefarsi” non senza difficoltà.
La nostra saliva, infatti, è alcalina e contiene un enzima adatto alla predigestione di alimenti vegetali. Il tratto intestinale umano è 12 volte la lunghezza del corpo ed è quindi funzionale alla digestione di alimenti vegetali. Proprio per la lunghezza del tratto digerente la carne che ingeriamo, va in putrefazione, alimentando processi fermentativi e proliferazione batterica. Il confronto anatomico-strutturale, fra essere umano e carnivori naturali indica chiaramente la natura “non carnivora” dell’uomo, così come sembra evidente che lo scostamento dalla sua naturale predisposizione, sia la principale causa di malattia.
Effetti del cibo sulla salute Centinaia di studi, condotti negli Stati Uniti, in Europa e nel resto del mondo, indicano chiaramente che, alcuni tipi di alimenti, contribuiscono ad un cattivo stato di salute. Uno degli studi più capillari e dettagliati, eseguito dal dott. Colin Campbell e la sua equipe, ha confermato come sia l’alimentazione a determinare i tipi di malattie che affliggono l’essere umano. Tale studio ha portato alla pubblicazione di un libro divenuto un best seller mondiale: The China Study. L’A.C.S. (American Cancer Society) afferma, secondo alcune attendibili proiezioni, che il 47% degli uomini ed il 38% delle donne, costituenti la popolazione occidentale, si ammalerà di cancro nel corso della vita e, una su quattro (ma la stima è assolutamente ottimistica), morirà prematuramente, a causa delle cattive abitudini alimentari. Secondo il prof. Neal Barnard (George Washington University), nell’ultimo secolo, il consumo di prodotti animali, ha ucciso più persone di tutti gli incidenti d’auto, di tutte le guerre e di tutti i disastri naturali messi insieme. Vediamo come questo possa essere successo e, come, stia ancora accadendo.
Le Proteine Animali Le proteine animali sono tutte quelle provenienti dal regno animale, compresi i volatili ed i pesci. Oltre alle carni, sono fonti di proteine, i derivati e lavorati dal regno animale, come il latte, le uova, i formaggi, etc. Le proteine furono scoperte nel 1893 e considerate un nutriente fondamentale, da qui il nome, derivato dal greco “protios”, cioè, di primaria importanza. La visione del protios come nutriente fondamentale, resta fortissima ancora ai giorni nostri. Inizialmente si pensava che le proteine fossero presenti solo in alimenti di origine animale ma, alcuni anni più tardi la loro scoperta, si appurò che le proteine sono abbondantemente contenute anche nei vegetali.
Le Proteine Vegetali Ciascun cibo vegetale contiene, in adeguate quantità, la maggior parte dei 20 componenti di base delle proteine: gli aminoacidi. Per esempio, 100 Cal di spinaci contengono 12g di proteine – praticamente la stessa quantità di 100 Cal di carne di manzo. Con la differenza che gli spinaci sono privi di grassi e colesterolo, garantiscono il giusto apporto di fibra, di antiossidanti, ferro e calcio. Inducendo inoltre, un maggiore senso di sazietà.
La Nostra Alimentazione Secondo recenti studi, la nostra alimentazione dovrebbe basarsi su una certa varietà di verdure, fagioli, lenticchie, cereali, noci, semi oleosi e frutta. Proprio come quella praticata dagli animali più grandi del mondo. La natura ci regala una grandissima varietà di cibi vegetali ed i loro preziosi nutrienti sono una garanzia per la nostra salute. A conferma del poderoso lavoro del dott. Campbell, il prof. Walter Willet, direttore del dipartimento Haward’s school of public healt, riferisce che in oltre 30 anni di studi su campioni di popolazione, si è potuto correlare al tipo di alimentazione, i tipi di malattie che si potevano contrarre. Il consumo di cibi di natura animale aumenta il rischio di contrarre numerose malattie, come il cancro, il diabete, le malattie cardiovascolari, la demenza, le malattie autoimmuni, etc. E i motivi di base, risiedono sugli effetti che le proteine animali hanno sulle nostre singole cellule. Ogni volta che un tessuto animale viene sottoposto a cottura, sprigiona delle sostanze tossiche cancerogene: le Amine Eterocicliche (HCA). Più è alta la temperatura di cottura, più se ne sprigionano. Viceversa, se la carne viene cotta poco, allora ci sono bacilli come la salmonella, batteri come il campylobacter ed altri che, solo la cottura può eliminare. I vegetali, al contrario delle carni, non formano Amine Eterocicliche durante la cottura. Questa è una caratteristica propria di tutte le carni, anche del pesce. Frutta e verdura fresche, oltre all’apporto di vitamine, Sali minerali e proteine, hanno un considerevole contenuto di fibra. E’anche capace di assorbire le tossine introdotte nel nostro corpo con l’alimentazione a base animale e di veicolarle all’esterno attraverso le feci.
Sostanze Chimiche Alle cattive abitudini alimentari, si aggiunge anche lo spettro delle sostanze chimiche che, aggiunte al cibo come conservanti, esaltatori di sapidità, etc., costituiscono un aspetto preoccupante per la nostra salute, avendo un ruolo importante nell’attivazione di processi cancerogeni. Esse sono presenti praticamente ovunque. Il nostro organismo è in grado di attivare processi di difesa che disattivano tutte queste sostanze estranee rendendole innocue. Questi processi si innescano a livello cellulare, grazie all’azione di enzimi chiamati “Mixed Function Oxidase”. Quando assumiamo cibi vegetali, questi enzimi neutralizzano le sostanze chimiche con essi ingerite. Quando assumiamo proteine animali, invece, questo stesso meccanismo funziona al contrario, producendo reazioni autoimmuni e convertendo queste sostanze chimiche in agenti cancerogeni. Che dire degli antibiotici, dei pesticidi, degli ormoni e le tantissime sostanze chimiche utilizzate per l’alimentazione degli animali da allevamento. Queste intossicano l’animale trasferendo nei suoi tessuti, tossine che si aggiungono alle famigerate Amine Eterocicliche, creando le condizioni di attivazione continua del nostro sistema immunitario, mantenendolo sotto continuo stress. In conclusione, una dieta povera di proteine animali, riduce il rischio di sviluppare un cancro e altre malattie degenerative. Parimenti, una dieta a base di alimenti vegetali ne rallenta o addirittura ne arresta la progressione, oltre a promuovere una guarigione veloce e duratura.
OMS e le Proteine Giornaliere Termino questa trattazione che richiederebbe uno spazio ben maggiore, fornendo le indicazioni dell’organismo internazionale al quale fanno riferimento i sistemi sanitari della maggior parte dei paesi del mondo, L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Questo organismo, recependo quanto emanato dalla FDA (Food and Drug Administration) americana, stabilisce l’apporto proteico giornaliero secondo un valore considerato standard di 0,75g per ciascun Kg di peso corporeo, normalmente arrotondato ad 1g. Questo vuol dire che una persona di 75 Kg, dovrebbe assumere 75g di proteine al giorno. Un autentico suicidio! Soprattutto se dovessimo assumerle principalmente da fonti animali. È stato provato che un consumo eccessivo di proteine animali, oltre i 30 gr al giorno provoca acidosi e stress dell’organismo. Anche le proteine vegetali se consumate in eccesso producono accumulo. Quindi, le quantità consigliate dall’OMS sono oltremodo eccessive (tra l’altro la stessa FDA rivede al ribasso tale quantità che era di 300g negli anni ‘70). L’apporto giornaliero di proteine, per un essere umano, dovrebbe aggirarsi tra gli 11 ed i 25 grammi (11 per un bambino in fase di crescita; 25 per un adulto in fase di mantenimento). Ancora una volta è il caso di ribadire che frutta, verdura, cereali e legumi possono fornire tranquillamente l’apporto proteico ottimale, di cui necessita l’organismo. È importante che questi prodotti vengano consumati nella loro forma “integrale”, dato che le lavorazioni industriali rimuovono gran parte delle vitamine e dei sali minerali, nonché gli antiossidanti che questi cibi contengono normalmente.