Cultura

Presentato in anteprima l’Invisibile, il libro-inchiesta su Stefano Caldoro

“Si rimprovera al passato di non aver compiuto il compito del presente” scriveva Antonio Gramsci in “Costruttori e soffitte”. La citazione del grande politico e giornalista riassume e centra a pieno il significato dell’ “Invisibile – Scandali, inchieste e poteri nella Campania di Stefano Caldoro”, il libro edito dalla Round Robin e scritto a quattro mani dai giornalisti Ciro Pellegrino e Giuseppe Manzo. Il volume, presentato in anteprima alla stampa e al pubblico venerdì nella sala Nugnes del Consiglio comunale di Napoli, uscirà nelle librerie il 27 marzo, due mesi prima delle prossime elezioni.

Un governatore “invisibile” in una regione ai minimi storici, è questa l’immagine che viene fuori dal libro-inchiesta che accende i fari sui tanti guai giudiziari, gli scandali e i giochi di potere che hanno scandito la gestione del Centrodestra di Palazzo Santa Lucia in questo lustro. Ma perché i due autori definiscono il Governatore della Campania “invisibile”? “Per 5 anni – ha spiegato Ciro Pellegrino – è stata la massima carica governativa regionale ma non si è mai assunto la responsabilità delle sue scelte su trasporti, salute, rifiuti, e sugli indirizzi del governo regionale. Si è sempre sottratto ai riflettori, non ha mai detto “Sono io che ho scelto!” Ha sempre scaricato le responsabilità di quello che non è stato fatto sull’eredità lasciata dai precedenti governi”. Caldoro, quindi, viene ritratto come un politico silente che non riesce a prendere mai una posizione netta, e per questo invisibile. Un’invisibilità, però, che ha fatto comunque rumore, ma in negativo. Basti pensare alle inchieste giudiziarie che hanno travolto il consiglio regionale. Ai trasporti che non funzionano nonostante l’aumento del biglietto. Alla disoccupazione a livelli record. Alla sanità allo sbando tra caos ed emergenze. Ed è su quest’ultimo tema, in particolare, che gli autori del libro si scagliano contro Caldoro: la Regione Campania ha raggiunto il pareggio di bilancio nel settore Sanità, ma a quale prezzo si chiedono Pellegrino e Manzo. “Negli ospedali di Napoli – ha detto Pellegrino – mancano personale, posti letto e materiale. Manca la pulizia e un’ adeguata manutenzione. I cittadini devono pagare il ticket più alto d’Italia. I tempi di attesa per visite specialistiche ed esami clinici vanno oltre ogni limite e immaginazione. E’ vero, siamo quasi in pareggio sul deficit, ma quanto l’abbiamo pagato?”.  C’è un’enorme divario tra propaganda e realtà. “L’ultima farsa  di Caldoro – ha continuato Pellegrino – è stata l’inaugurazione, il 13 marzo, dell’ Ospedale del Mare. Ha avuto un lustro per aprirlo, ma ha deciso di tagliare il nastro solo due mesi prima delle elezioni. E’ solo  propaganda elettorale!”.

copertina pezzo

Un altro tema caldo, trattato e approfondito dagli autori, è quello relativo alla Terra dei fuochi: una terra che “brucia” ancora nonostante le tante mobilitazioni di cittadini, gruppi e movimenti che si sono attivati in questi anni per chiedere urgentemente la bonifica dei territori inquinati dallo sversamento abusivo dei rifiuti tossici. Una somma di 316 milioni di euro è stata stanziata, secondo quanto detto da Caldoro, per bonificare siti e discariche dell’area nord di Napoli e Caserta. Sempre secondo il governatore della Campania sarebbe stato istituito, inoltre, il Registro Tumori e avviato uno screening sanitario sulla popolazione. Ma i dati interministeriali hanno confermato una situazione ancora allarmante in questi territori e quindi una realtà opposta a quella descritta dal Presidente della Regione. “I soldi messi in campo – ha spiegato Pellegrino – sono stati investiti unicamente in pubblicità. A Caldoro interessava solo poter dire che in Campania abbiamo i prodotti più controllati d’Europa e i più buoni. La terra dei fuochi non esiste ed è su questo slogan che puntano Caldoro e i suoi alleati. La terra dei fuochi non sa di essere un business nel business”.

Gli autori del libro non risparmiano neanche una critica alla loro categoria, quella dei giornalisti. “In questi 5 anni – ha detto Pellegrino – c’è  stato troppo poco rispetto del “diritto all’informazione”. Si è detto troppo poco su quello che è stato fatto in questo lustro, sulle scelte fatte da questa amministrazione. I giornali e i giornalisti hanno una responsabilità enorme sul silenzio generale perpetrato da questo governo. Si potevano evidenziare le luci se ci fossero state, sicuramente non sono state denunciate le ombre. E allora il risultato qual è? Che “noi” abbiamo abdicato alla responsabilità principale del nostro mestiere, e chi ne ha potuto approfittare ne ha approfittato. Ma a quale fine? Per i finanziamenti regionali alle tv e per i finanziamenti e le prebende ai giornali!?”.

Un’analisi dettagliata quindi, quella di Ciro Pellegrino e Giuseppe Manzo, che vuole mettere in risalto le luci e le ombre di un’amministrazione definita “invisibile” perché contrapposta all’evidenza dei fatti: inchieste e scandali l’hanno contraddistinta in questi 5 anni.

Potrebbe piacerti...