Ospite d’eccezione della trasmissione radiofonica (Radio Club 91) Dentro ai fatti è stato Antonio Bassolino, Sindaco di Napoli dal ’93 al 2000, Presidente della Regione Campania dal 2000 al 2010. Il politico napoletano, Presidente tutt’oggi della Fondazione Sudd, è stato protagonista di un’intervista a tutto tondo, chiamato a rispondere da Samuele Ciambriello su temi di attualità e politica, dalla venuta del Papa a Napoli fino alle regionali e alla problematica questione Legge Severino-Vincenzo De Luca, passando per una puntuale fotografia della città di Napoli oggi, sotto la giunta de Magistris.
L’intervista non poteva che aprirsi rievocando l’importante evento che ha visto Papa Francesco attraversare tutta Napoli, da Pompei a Scampia, da piazza del plebiscito a Poggioreale. Proprio in piazza del Plebiscito si è recato Antonio Bassolino, accompagnato dalla moglie:
“Mi ha colpito la presenza di tante persone semplici e potevano essercene molto di più se la sicurezza non avesse stretto le maglie di accesso alla piazza. – ha dichiarato Bassolino – Il papa è testimone di tutti i Sud del mondo e, poiché è il papa, parla a tutti e quindi le parole sue, nate a Napoli, si rivolgono a Torino, Milano, Amburgo, Francoforte, ecc. Dobbiamo essergli grati per questa universalità”. Bassolino ha poi fatto un’opportuna differenza tra papa Benedetto XVI e papa Francesco: “Papa Francesco è venuto dopo un altro grandissimo papa, Ratzinger, molto diverso da lui, il primo era un grande intellettuale che però ha saputo fare una cosa inaudita, a un certo punto ha lasciato e senza questo gesto non sarebbe mai stato possibile un papa come quello attuale. Due papi, uno dopo l’altro, diversi tra loro ma entrambi grandi papa”. Lo sguardo sinottico è stato arricchito anche di un ricordo personale del politico di una visita a Napoli del papa precedente:
“Era una giornata spaventosa, molto piovosa, e il Vesuvio era pieno di neve e io ho detto al papa “Santo Padre ha visto che anche il Vesuvio si è messo lo zucchetto bianco in testa in onore del papa?”. Lui mi ha fatto un grande sorriso, il sorriso di un uomo mite ma di grande determinazione come abbiamo potuto vedere dopo. Anche papa Francesco ha un sorriso straordinario, diverso però da quello di Benedetto, ha un sorriso contagioso”.
I due interlocutori si sono, inoltre, soffermati sull’importanza che questo evento ha rivestito per la città di Napoli facendo attenzione al messaggio lanciato da papa Francesco: “In tutta la giornata, – ha detto Bassolino – lui ha fatto un discorso molto forte dal punto di vista religioso e sociale: contro la corruzione, la disoccupazione e il lavoro nero come schiavitù. Gli ho sentito dire delle frasi straordinarie. La città dalla visita del papa deve trarre un possibile slancio”. Un commento questo che fa certamente riferimento a quella “buona politica” – Ciambriello qui riferisce la frase di Papa Francesco detta a Scampia – definita come “un servizio alle persone che si esercita in primo luogo a livello locale dove il peso delle inadempienze, dei ritardi e delle omissioni, è più diretto e fa più male”. Si deve partire, dunque, dalle vere antenne della società che sono i sindaci e le amministrazioni locali.
Il dialogo è poi proseguito proprio a proposito di queste inadempienze, usando come esempio la visita del papa per fare luce su alcune situazioni problematiche partenopee: “Sempre in rapporto alla visita del papa, nelle settimane precedenti, come ognuno di noi ha visto, – ha sostenuto Bassolino – in svariate strade della città sono stata riempite diverse buche; a differenza di altri che hanno mosso critiche, io dico “giusto, bene, sacrosanto. C’è il papa ed è giusto fare tutto quello che è possibile fare”. Qual è la lezione che però dobbiamo trarre? Che dunque non è vero che non si possono eliminare le tante buche di Napoli, non ci vogliono nemmeno tanti soldi e si può fare dappertutto, dove passa il papa e dove non passa il papa”.
Manutenzione ordinaria della città di Napoli che è stato il punto su cui Bassolino si è soffermato maggiormente rimarcandone l’importanza e priorità: “La prima cosa, – ha confessato – la più importante di tutte in città è la manutenzione ordinaria della città: le buche, le strade dissestate, gli alberi da potare, la sicurezza degli edifici. Io parto da questa perché è evidente che il lavoro e l’occupazione sono grandissimi temi che esigono investimenti pubblici e privati, dipendono anche da Napoli ma dipendono molto da fuori Napoli; invece andrebbe data la priorità a tutto quello che riguarda la vita quotidiana dei cittadini, come il trasporto pubblico. A volte si aspetta anche un’ora per un autobus: il che può non pesare su chi, come me o lei, ha i soldi per prendere un taxi, ma chi non può consentirselo, come risolve il problema?”. Forte poi la stoccata che Bassolino ha voluto sferrare a una politica sempre più interessata all’ostruzionismo e meno alla crescita comune: “Grandi diritti sociali e civili cittadini, su questo si deve concentrare l’attenzione, mentre sugli altri temi Comune, Regione e Governo nazionale dovrebbero lavorare assieme, litigare di meno, perché le Istituzioni dovrebbero essere unite tra di loro; sono i partiti che devono combattersi discutendo, che devono essere alternativi, ma Comune, Regione e Governo non sono partiti politici ma istituzioni e in quanto tali hanno il dovere di collaborare nell’interesse dei cittadini”. Casi eccezionali di quanto questo possa provocare danni alla città sono quelli del San Carlo e del Porto di Napoli, entrambi citati da Bassolino l’uno come “un teatro che è un nome del mondo” e l’altro come il “polmone produttivo della città, la più grande industria che abbiamo”. “Sulle cose importanti che abbiamo – ha sostenuto con forza Bassolino – bisognerebbe fare squadra come sanno fare in altre città del Nord, bisognerebbe cercare di essere più uniti come napoletani e meridionali”.
A proposito ancora di città di Napoli e delle urgenze che la riguardano, Bassolino ha lanciato un’incisiva risposta: “La mia risposta è che la cosa più importante di tutte sono tante piccole cose nella vita quotidiana che messe insieme fanno una grande cosa. Io avevo un’abitudine quando ho fatto il Sindaco, nel percorso da casa a palazzo San Giacomo e poi girando per la città, nei diversi quartieri, se vedevo una buca chiamavo in comune, segnalavo e dicevo “ritornando non voglio più vedere quella buca”.
Dalla politica locale a quella regionale, Ciambriello ha domandato a Bassolino dell’attuale situazione del Pd campano, e da quella regionale a quella nazionale, con la domanda circa il sostegno e voto a Renzi: “Io ho sostenuto Renzi perché Renzi cerca di smuovere le acque in un paese immobile, fermo da 20 anni, sia con i governi di centro destra, soprattutto, ma anche con i governi di centro sinistra. Poi, ha i suoi difetti, fa tante cose che possono non piacere, ma tanti italiani lo hanno votato alle elezioni europee perché hanno visto che lui ci mette la buona volontà. A livello nazionale Renzi smuove le acque, però in diverse parti del territorio spesso c’è conservatorismo opposto al dinamismo che Renzi mette a livello nazionale”.
Ciambriello ha poi fatto riferimento alle recenti accuse mosse a Renzi da D’Alema, secondo cui l’attuale premier sarebbe responsabile di aver trasformato il partito nella più grande macchina redistributrice del potere. Sempre di D’Alema l’idea di lanciare un’ipotesi di un’associazione per il rinnovamento della sinistra e di preparare un’alternativa a Renzi. In merito a questo: “Renzi in questo momento non ha alternative, non ce le ha nel centro destra che è in difficoltà e in crisi ma non ne ha neanche dentro il Pd e questo è anche un problema perché un paese democratico si regge sulle alternative forti. Mi auguro al tempo stesso che Renzi possa andare avanti e che prima o poi nascano alternative a Renzi. La Democrazia – ha continuato Bassolino – è come un tavolo, si regge si più gambe, se ce n’è una forte e le altre sono deboli, il paese perde ogni equilibrio. Renzi deve essere sfidato, non contrastandolo con una mentalità vecchia, ma in linea con la sua modernità: bisogna far capire che si può fare più e meglio di Renzi”. Bassolino ha poi ricordato come Renzi in pochissimo tempo abbia scalato le gerarchie politiche, diventando prima Segretario del Pd e poi andando a Palazzo Chigi “in modo anche discutibile”, come ha dichiarato ricordando poi però che la sua legittimità popolare Renzi l’ha guadagnata poi alle Europee dove ha raggiunto il 40,08% di voti. “Renzi ha affondato il coltello nel corpo del Pd come dentro il burro” ha dichiarato enfaticamente Bassolino facendo riferimento alla situazione del Pd post elezioni, quella di un “pugile messo a terra”, uscito sconfitto da una vittoria non-vittoria: “Il Pd aveva tutte le possibilità di vincere in modo chiaro e netto e invece ha non-vinto quindi è entrato in una crisi molto forte”.
L’intervista si è poi focalizzata sul tema delle Primarie sulle quali Ciambriello ha chiesto a Bassolino il suo parere: “Le primarie sono uno strumento importante ma uno strumento non la politica in sé come alcuni pensano. Molti dicono che le primarie sono l’identità del Pd, io non sono d’accordo, per me l’identità del Pd è la politica del Pd, il sistema di valori e ideali. Le primarie sono un mezzo per avvicinare il partito ai propri lettori”.
Sulle primarie molto interessante la distinzione che il politico ha fatto tra primarie confermative e primarie competive: “La mia preferenza va alle primarie confermative, scegliere un nome e su quel nome andare a sentire iscritti ed elettori. Io chiesi, agli stessi De Luca e Cozzolino, ancor prima che si candidassero, di scegliere un candidato unitario. Si è scelto però di andare a fare le primarie competitive, De Luca ha vinto in modo anche chiaro e subito dopo si è detto giustamente “le primarie si rispettano” però si rispetta anche la legge e dunque la Severino. Questa è la contraddizione delicata, difficile e dolorosa del Pd. Bisognava prevenire questa possibile contraddizione perché era chiaro fin dall’inizio che il Pd sarebbe potuto finire in questa impasse.
Quello che mi sorprende è che non si siano ancora messi tutti intorno a un tavolo per decidere la direzione del partito. Sono sorpreso dal fatto che non ci sia stata ancora una comune assunzione di responsabilità”.
Come ultima battuta politica Ciambriello ha chiesto a Bassolino quali sono per lui le priorità per la prossima campagna regionale: “Potenziare il trasporto pubblico su strada e su ferro, un uso intelligente delle risorse europee che sono la base che può attrarre anche investimenti privati, reciproco ascolto e giusto rapporto tra le istituzioni, Palazzo Santa Lucia è troppo spesso una fortezza isolata senza dialogo e comunicazione. Infine, la cultura, la nostra risorsa più produttiva, a differenza di quello che Tremonti diceva e pensava, sulla cultura si può creare sviluppo sociale, economico e civile”.
Un momento certamente emozionante è stato quello regalato in chiusura dal ricordo di Pino Daniele con il quale Antonio Bassolino spesso scambiava momenti di convivialità privata, al di là dei concerti della pubblica piazza, recandosi nella sua casa a Sabbaudia: “Ci si vedeva ogni tanto e nei modi più semplici, lui andava a prendere la chitarra e si metteva a cantare e suonare. È stato davvero un grande peccato, avrebbe potuto fare ancora molto per Napoli, ci manca molto. Abbiamo visto il legame tra Pino Daniele e Napoli quando è morto e si è riempita per due sere piazza Plebiscito. La sera più bella è stata quella del flash mob perché le persone si sono riunite spontaneamente attraverso il semplice passa parola. Pino Daniele ha rimesso insieme un popolo, in piazza del plebiscito c’erano gli intellettuali più raffinati e i più poveri. Pino Daniele rappresentava tutta quanta Napoli”.