Ai microfoni di Radio Club 91, ospite di Samuele Ciambriello nella trasmissione “Dentro i fatti”, il deputato napoletano di Fratelli D’Italia, Marcello Taglialatela. Durante l’intervista, l’onorevole ha evidenziato pregi e difetti del candidato Pd alla Presidenza della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e del leader campano dell’Udc, Ciriaco De Mita, dichiarando che il centrodestra punterà su Caldoro.
Si sono conclusi gli ultimi accordi con il Nuovo Centro Destra, con l’Udc?
“Io non so se siano conclusi, francamente non mi ero particolarmente affezionato all’idea di dover chiudere per forza degli accordi di palazzo. Io penso che l’elettorato moderato, di centrodestra voterà per Caldoro a prescindere dai giochi di palazzo che probabilmente qualcuno a Roma sta tentando di portare avanti. E non parlo di Caldoro ovviamente”.
Taglialatela va in Irpinia e dice “De Mita non può andare con De Luca e lo sa!”.
“Credo che da un punto di vista culturale siano persone molto diverse. De Luca è presuntuoso, De Mita non è da meno, quindi ritengo che non potrebbero mai andare molto d’accordo per questo motivo. Alla fine l’equilibrio di Caldoro è certamente la caratteristica che De Mita preferisce di più”.
Marcello Taglialatela, lei è uno dei leader, a livello nazionale, insieme a Giorgia Meloni d’Italia. C’è un ruolo e una prospettiva anche campana per Fratelli d’Italia?
“Io sono convinto che dopo le elezioni regionali in Italia, non solo in Campania, arriveremo a una vera e propria rifondazione del centrodestra. Sarà assolutamente necessario rimettere insieme i pezzi migliori. E sicuramente Fratelli d’Italia tra questi pezzi c’è. Vogliamo, in questa prospettiva, essere più forti e più coesi per dare alla destra italiana i valori della socialità che probabilmente noi rappresentiamo meglio di chiunque altro”.
In qualche fotografia, in qualche immagine, in qualche manifestazione abbiamo visto la Meloni con Matteo Salvini insieme. C’è uno spostamento a destra? C’è una fusione?
“Non c’è alcuna fusione, ci troviamo insieme solo per un motivo: insieme al M5s e alla Lega, siamo gli unici ad aver sempre detto no a qualsiasi tipo di governissimo, di governo istituzionale, a, Renzi, Letta e Napolitano. Voglio ricordare che alla manifestazione a Venezia del mese scorso, ha partecipato anche un parlamentare del M5S, a dimostrazione che siamo certamente insieme nel sostenere che il governo Renzi è un governo di buffoni, ma per il resto no c’è nulla che riguardi un’ipotesi di fusione con la Lega”.
In Campania sostenete Stefano Caldoro. Possiamo fare, dopo 5 anni, una fotografia in bianco e nero delle cose fatte e di quelle non fatte dal governo regionale.
““Io ricordo che 5 anni fa, di questi tempi, le strade della nostra città e della nostra regione erano coperte di spazzatura. Questo era l’emblema del fallimento del centrosinistra, insieme a una gravissima crisi economica che ha investito tutta l’Italia. Adesso in Campania ci sta, però, da registrare un elemento di ripresa che da altre parti non c’è stato. Caldoro è una persona equilibrata, ama fare più che dire, e in questo momento è sicuramente una persona affidabile al quale poter dare la responsabilità della Regione per altri 5 anni”.
Taglialatela, lei è stato anche consigliere regionale, le cose le guarda da Roma e dalla Campania. Spesso sui temi delle politiche sociali, dei trasporti, della sanità, i tagli partono da Roma.
“Renzi ha detto ‘non aumento le tasse, ma taglio di 10 miliardi di euro i trasferimenti agli enti locali’, questo significa, sostanzialmente, togliere soldi ai Comuni e alle Regioni. E’ evidente, quindi, che alla fine qualche problema ci sarà anche per quanto riguarda la qualità dei servizi. Quando i soldi sono pochi bisogna utilizzarli bene, come ha fatto Caldoro”.
Sono pronte le liste di Fratelli d’Italia?
“Quasi ultimate”.
Che metodo avete utilizzato per scegliere i candidati?
“Un metodo di rappresentanza territoriale e anche di tipo professionale. Per quanto riguarda Napoli è stato dato spazio a tutti i comuni della provincia, in modo particolare dove non ci saranno le elezioni comunali, perché dove ci saranno le comunali naturalmente c’è già attenzione per la scelta del candidato sindaco, e poi alle categorie professionali
Non ha un po’ di nostalgia della Regione?
“No perché non la vivo quotidianamente, ma quasi. Sono rimasto Presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Casa e ho un ufficio dentro Santa Lucia, dove incontro spesso il presidente e gli assessori penso di difendere la nostra Regione e, in modo particolare la citta di Napoli, anche alla Camera”.
Io sono rimasto un pò sorpreso da un sondaggio che dà il 6% a Fratelli d’Italia.
“Io non sono affatto sorpreso. Siamo l’unico vero partito di destra che sta cercando, con grande fatica e determinazione e coerenza, di avere in lista persone che credono nei valori della destra meridionale, una destra legata al popolo e al sociale. Tra l’altro sono convinto che, dopo le elezioni regionali, il centrodestra sarà diverso. Nuovi soggetti sostituiranno i vecchi, e da questo punto di vista Giorgia Meloni, la più giovane tra i leader italiani, donna tra l’altro, ha le caratteristiche giuste per emergere”.
Voi volete fare le primarie…
“Le primarie sono lo strumento per gli elettori di scegliere la classe dirigente. Quindi le primarie vanno bene soprattutto in partiti che sono organizzati bene”.
Le espressioni “lavoro” e “formazione professionale” sono state coniugate bene dalla nostra regione negli ultimi 5 anni?
“Francamente non credo. Anche se dobbiamo tener conto che in Italia abbiamo un grande problema: abbiamo una legge che prevede che la formazione professionale debba farla un ente non a scopo di lucro, e quindi sono naturalmente escluse dalla formazione professionale chi, inevce, dovrebbe aiutare ad inserire i giovani nel mondo del lavoro, e cioè le imprese. Questa legge è una barzelletta, è un paradosso dal quale dobbiamo assolutamente liberarci. Io ho presentato un disegno di legge a riguardo; sono convinto che debbano essere le aziende ad occuparsi della formazione professionale e a dover fare i contratti di apprendistato. Da questo punto di vista l’iniziativa “Garanzia Giovani”, che in Campania non sta funzionando bene, potrebbe essere un’occasione per dare alle aziende maggiore responsabilità”.