Quanti sono gli italiani che al primo colpo di tosse, al primo starnuto, ricorrono subito agli antibiotici? Decisamente troppi. Una campagna di sensibilizzazione dell’ Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) spiegò come “usare bene gli antibiotici è una responsabilità del singolo nei confronti della propria salute ed è inoltre una responsabilità collettiva, poiché favorire lo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, attraverso un uso improprio degli antibiotici, mette a rischio la salute della collettività”.
L’Aifa redasse tre punti:
1) Non assumere antibiotici per curare: influenza, infezioni virali o raffreddori non di origine batterica;
2) Vanno usati, quindi, dietro prescrizione medica, osservando dosi e durata della terapia indicata dal medico. È buona regola evitare l’autocura;
3) Gli antibiotici non curano le malattie virali. Patologie stagionali quali raffreddore, influenza e altre affezioni virali dell’apparato respiratorio vanno attentamente valutate dal medico, che è il solo soggetto in grado di stabilire se si è in presenza di un’infezione virale o batterica.
Bisogna andare al di là, però, di queste regole che potrebbero apparire di semplice buon senso, come ha dimostrato l’azione politica di Piernicola Pedicini. Sono circa 25 mila le persone che, ogni anno, muoiono nei Paesi della Ue a causa della resistenza agli antibiotici e che potranno essere salvate grazie ad un provvedimento votato all’unanimità dalla Commissione ambiente e sanità del Parlamento europeo; un rapporto d’iniziativa redatto, promosso e presentato dal portavoce eurodeputato e coordinatore della Commissione, Piernicola Pedicini (Movimento Cinque Stelle).
L’importante provvedimento denominato “Un’assistenza sanitaria più sicura in Europa: migliorare la sicurezza del paziente e combattere la resistenza antimicrobica“, completerà il suo iter dopo che verrà approvato in seduta plenaria dal Parlamento europeo.
“Abbiamo raggiunto un traguardo straordinario – ha commentato Pedicini – che garantirà un salto di qualità nella sanità europea ed eviterà che un fenomeno così grave venga ancora sottovalutato. Il Rapporto – ha spiegato il portavoce del M5s – nasce principalmente dall’esigenza di tutelare i diritti dei pazienti di tutta l’Ue. Diritti negati da politiche economiche sbagliate (austerity), e dalla gestione politico/clientelare dei sistemi sanitari. Sono molto soddisfatto – ha precisato l’esponente pentastellato – che il provvedimento sia stato votato all’unanimità e mi chiedo come mai un problema già adesso così rilevante sia stato completamente ignorato dalle pubbliche amministrazioni europee, nonostante autorevoli ricercatori internazionali prevedono che nei prossimi tre decenni, se non affrontato, possa far superare i morti provocati dal cancro”.
Sono circa 3 milioni (il 10% dei pazienti ricoverati) le persone che, grazie a questo risultato, saranno maggiormente salvaguardate dai danni che potrebbero subire a causa della resistenza agli antibiotici e alle infezioni che contraggono nelle strutture sanitarie.
“L’uso responsabile e mirato degli antibiotici, sia in medicina umana che in veterinaria, e le strategie globali di controllo delle infezioni rivolte a tutti i settori della sanità (ospedali, strutture di degenza a lungo termine e per cure ambulatoriali) sono i capisaldi di interventi efficaci per prevenire la selezione e la trasmissione di batteri resistenti agli antibiotici”, spiega sempre Pedicini.
L’uso improprio di antibiotici è davvero troppo diffuso nel nostro stivale, tant’è che gli ultimi dati forniti dalle agenzie della Ue mostrano come la resistenza antimicrobica sia un problema di salute in crescita da noi, soprattutto al Sud.
“La sanità italiana ed europea – ha dichiarato aspramente Pedicini – deve mettere al centro la tutela e la cura dei cittadini e non le carriere dei manager legati ai carrozzoni della politica che pur di far quadrare i conti tagliano i posti letto e cercano di risparmiare sulle spese per la prevenzione e l’igiene negli ospedali che poi provocano il rischio di insorgenza di infezioni. Dobbiamo assicurare – ha continuato il portavoce pentastellato – la professionalità del personale sanitario, con l’aggiornamento continuo, con l’esclusione di ogni forma di conflitto di interessi e con l’identificazione di sistemi di sorveglianza che faciliti la consapevolezza delle criticità senza penalizzare chi le rende di dominio pubblico”.