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Nessun corteo a Roma per la festa della Liberazione

Quest’anno nessun corteo sfilerà a Roma per il 70esimo anniversario della Liberazione. Lo ha annunciato l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) dopo il rifiuto di partecipazione da parte della Brigata ebraica, della Comunità ebraica e dell’Associazione ex deportati (Aned). L’Anpi ha deciso di annullare il tradizionale corteo del 25 aprile per evitare che si ricreino scontri tra rappresentanti della comunità ebraica ed esponenti dei centri sociali Pro-Palestina, come è accaduto lo scorso anno. Si e’ preferito organizzare soltanto un sit-in a Porta San Paolo, una delle porte meridionali delle Mura aureliane, luogo simbolo della Resistenza della Capitale. Qui saranno presenti i gruppi filo-palestinesi ma non la Brigata ebraica né l’Aned. “Non saremo a Porta San Paolo – ha detto il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici – per 3 motivi: la presenza della bandiera palestinese non ha nulla a che vedere con la giornata della Liberazione, quella bandiera in quel momento storico era dalla parte dell’occupante. C’è un problema di ordine pubblico per le esplicite minacce sul web da parte della rete delle organizzazioni filo-palestinesi. Terzo e ultimo motivo è che il 25 aprile coincide con lo shabbat, giorno in cui è imposto il divieto di partecipare a manifestazioni”. La comunità ebraica ha confermato però la presenza, al termine dello shabbat, all’evento istituzionale in Campidoglio.

L’ipotesi di annullamento del corteo aveva già creato polemiche nei giorni scorsi, quando si erano verificati attriti tra la segreteria nazionale e quella romana dell’Anpi, per la decisione da parte della prima di affidare la regia delle manifestazioni al Comune di Roma. Questa scelta, con cui veniva di fatto scavalcata la segreteria romana, aveva portato il presidente dell’Anpi Roma, Ernesto Nassi, a chiedere le dimissioni, respinte poi dai delegati. La decisione finale di annullare il corteo e manifestare a Porta San Paolo ha però sanato almeno in apparenza questa spaccatura tra le due segreterie. “Il 25 aprile – ha detto l’Anpi ci vedremo per una celebrazione nel luogo dove nacque la Resistenza romana contro l’occupazione nazifascista, per onorare i protagonisti, i valori e gli ideali che hanno animato il riscatto e la libertà del nostro Paese”. La manifestazione di Porta San Paolo sarà dedicata a Massimo Rendina, partigiano scomparso nel febbraio scorso all’età di 95 anni, vicepresidente dell’Anpi nazionale e presidente di quella capitolina. “Invitiamo –  si legge nella  nota  dell’associazione – i cittadini romani e tutte le organizzazioni sociali e politiche sinceramente democratiche della Capitale a partecipare alla celebrazione in piazza nel rispetto dei valori e della storia a cui si vuole rendere omaggio, nella consapevolezza che i rigurgiti nazionalisti e xenofobi, ben visibili in tutta Europa, richiedono oggi più che mai la coesione e la solidarietà tra tutte le forze antifasciste ed una decisa risposta democratica di massa”.

Nei prossimi giorni si terranno riunioni e incontri per cercare di richiamare a Porta San Paolo sia la comunità ebraica che gli ex deportati. Sicuramente, però, saranno presenti i movimenti per la Palestina: “Non mancheremo assolutamente – ha promesso Nino Lisi della ‘Rete romana di solidarietà al popolo palestinese’ -, nei prossimi giorni ci vedremo per decidere anche se organizzare manifestazioni alternative”.

 

 

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