Nell’incessante tour elettorale di Vincenzo De Luca, l’ex sindaco di Salerno e candidato del centrosinistra a presidente della regione Campania si è fermato anche all’Hotel Continental, in una delle sue innumerevoli tappe a Napoli, per spiegare che cosa significhino quei “20.000 posti di lavoro” che campeggiano sui manifesti della sua campagna. «Il lavoro è il filo conduttore della nostra campagna elettorale che ovviamente toccherà tutti i settori. Il nostro obiettivo fondamentale è quello di creare migliaia di posti di lavoro per i giovani campani» ha iniziato De Luca, classe 1949, scendendo fin da subito nel vivo della questione. «Abbiamo il primato nazionale di disoccupazione giovanile dei ragazzi al di sotto dei 35 anni, e dunque potete ben capire che questa è la priorità sociale e democratica assoluta». I posti di lavoro di cui parla De Luca sono un obiettivo realizzabile a breve, entro i primi dodici mesi, a cui si accompagneranno anche gli incentivi alle imprese e la rigenerazione urbana. Le proposte avanzate dal candidato sono, secondo il progetto da lui stesso esposto, non condizionate da finanziamenti pubblici, ma possono essere attuate anche da interventi privati e sono in gran parte legate alla sburocratizzazione della regione Campania e di legiferazione efficiente della regione medesima. Si parte dal campo della sanità, dove il fine è quello di decongestionare gli ospedali pubblici e offrire un servizio migliore ai pazienti attraverso 1000 nuovi posti letto per le operazioni sanitarie assistite. L’incremento dei servizi assistenziali sarà ottenuto anche attraverso l’aumento degli asili nido, delle case famiglia e di cura per anziani, mentre la sburocratizzazione da lui annunciata toccherà persino le farmacie, che potranno essere impegnate per una serie di attività amministrative.
Ma uno dei punti più interessanti è rappresentato senza dubbio dall’idea di affidare terreni demaniali a giovani imprenditori agricoli: «In questo caso c’è un’esperienza consolidata nell’area beneventana, quella delle fattorie sociali, in base alla quale prevediamo, con un calcolo assolutamente realistico, di creare 6000 posti di lavoro per 2000 ettari di area demaniale». E poi c’è anche l’applicazione della legge che riguarda l’impiego degli psicologici nei piani sociali di zona, nonché la possibilità di impiegare 150 giornalisti e pubblicisti nelle strutture pubbliche obbligate ad avere rapporto col pubblico ed uffici di informazione. L’insieme di questi interventi non comporta un grosso impiego di risorse pubbliche, ma si tratta soprattutto di attivare quei concorsi rimasti sospesi, o di qualche nuova normativa da approvare nel corso di mesi, e non di anni». Abbiamo chiesto a De Luca alcune delucidazioni sui punti da lui stesso toccati nel suo discorso.
Lei ha accennato alla questione del condono: ce la spiegherebbe meglio?
«Ci sono centinaia di migliaia di domande di condono nell’ambito delle leggi previste dallo Stato, quindi non stiamo parlando di abusivismo; domande che non vengono evase perché gli uffici pubblici non ce la fanno. Si possono fare progetti per accelerare le pratiche relative alle domande di condono, ma dove ciò non è possibile si possono fare convenzioni con gli ordini professionali, i quali mettono a disposizione geometri, architetti, ingegneri e si fanno pagare a percentuale sulle pratiche evase. Ci guadagnano i comuni, ci guadagnano i tecnici ed anche quelle famiglie che escono da una condizione che impedisce loro di anche di mandare avanti lavori di manutenzione».
Possiamo anche approfondire quel che riguarda il progetto di riqualificazione e rigenerazione urbanistica?
«Esistono fondi inutilizzati per gli interventi urbani e le politiche energetiche. Abbiamo in programma di attivare molto presto micro-interventi di rifacimento delle parti comuni dei fabbricati, di rinnovamento delle reti e miglioramento dei fabbricati stessi. È un obiettivo facile da realizzare, e che può mettere in movimento l’economia specialmente per le medie e piccole imprese. Ovviamente parliamo anche di risparmio energetico e di sistemazione antisismica».
E per quel che riguarda il turismo, quali sono i progetti futuri?
«Abbiamo centinaia di ragazzi che possono essere impiegati nei siti storico-archeologici. Si tratta di oltre 500 persone che potremmo già mettere a lavorare, dall’area casertana fino alla certosa di Padula, fino a Velia, ovunque. Si parla, inoltre, di attivare non meno di 1000 Bed & Breakfast nella nostra regione, cominciando così il lavoro di costruzione del distretto turistico campano. Nella mia città, in due anni sono nati 250 B&B: è del tutto realistico pertanto realizzare almeno 1000 servizi di questo tipo in tutto il territorio campano. È chiaro che intendiamo dare una mano ad ogni settore coinvolto nel turismo, sia che si tratti di turismo culturale, o religioso, o enogastronomico, c’è molto da fare, ma lo faremo».