Le Regionali in Campania sono un vero e proprio calderone di candidati, ben 22 liste, e sei candidati presidente tra cui c’è anche Salvatore Vozza; la Sinistra ha individuato nell’ex sindaco di Castellammare di Stabia, l’ex deputato del Pc, Pds, Ds, il proprio candidato. Spicca tra gli altri nomi che lo sostengono quello di Tonino Scala, ex consigliere regionale, noto dirigente regionale di Sel (Sinistra, Ecologia e Libertà), blogger, editorialista, giornalista e anche scrittore pluripremiato. Tonino Scala è autore di numerosi libri, molti sulla camorra, dal libro esordio “Da onorata società a S.P.A. Il salto di qualità della camorra” (La Città del Sole, 2009), “DisOnorevoli. Politica & Camorra: matrimonio all’italiana” (Il quaderno edizioni, 2011), fino all’ultimo “La camorra uccide, il silenzio pure… ovvero la camorra spiegata ai ragazzi” ( Il quaderno edizioni, 2015). La sua attenzione letteraria, dalla mala politica ai problemi che attanagliano la nostra terra, come la questione rifiuti affrontata nel testo “La guerra della monnezza” (Il quaderno edizioni, 2014), evidenzia una più ampia attenzione sociale riflessa anche nell’impegno che ha sempre rivestito la sua figura. Candidato per la lista “Sinistra al lavoro per la Campania”, Tonino Scala promette difesa dei deboli, attenzione alla questione morale, la volontà di portare l’etica in politica, la trasparenza nelle istituzioni e lotta ai poteri forti.
Sono quattro le idee che contraddistinguono la sua campagna elettorale: la prima è quella di un piano regionale straordinario per il lavoro e la formazione attraverso zone franche urbane e industriali, credito d’imposta e altro; la seconda, destinare risorse alle attività culturali; la terza, il reddito minimo di cittadinanza; e per ultima, l’intervento straordinario sulla terra dei fuochi.
In un’intervista a Radio Club 91 con Samuele Ciambriello per la trasmissione “Dentro i fatti”, Tonino Scala ha poi tenuto a precisare, anche ironicamente, come non ci sia alternativa che votare loro se non si vuole ridare la Campania nelle mani di Caldoro.
Perché ti sei ricandidato?
“Per provare a ridare una voce al mio territorio prima di ogni cosa. Quando si fa politica la prima cosa a cui bisogna pensare è la terra nella quale vivi e la mia terra è rimasta fuori per troppo tempo dalle istituzioni. Parlo dell’area vesuviana, quella stabiese e torrese. Il secondo motivo è quello di dare alle regione Campania un governo di sinistra”.
Molti dicono che così voi rischiate di far vincere Caldoro, la destra, perché i vostri voti possono essere determinanti.
“E qual è la destra? Visto che il mio amico Carlo Aveta è candidato con il centro destra, giusto per fare un esempio. De Luca non può governare, vince o perde resterà Caldoro, o come presidente o come commissario. L’amico Vincenzo De Luca sta raccontando delle balle agli elettori. Noi siamo l’unica speranza di dare un governo serio e credibile alla Regione Campania”.
Che faresti subito appena eletto?
“Proverò a far ripristinare il reddito di dignità che c’era in regione Campania, uno dei primi provvedimenti cancellati dal Governo Caldoro. Con tutti i limiti, era un modo per dare voce a quell’esercito di invisibili che attanaglia la nostra Regione. Poi, proverò a rilanciare quanto esprimevo nella legge sul piano casa: che non potrà mai essere possibile costruire nell’area vesuviana. Questa giunta regionale è riuscita a far passare un provvedimento che prevede la possibilità di costruire case finanche nel cratere”.