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NAPOLI, FINE DEL SOGNO: KO A KIEV, DNIPRO IN FINALE. ORA SERVE UNA RIFONDAZIONE

Un momento atteso venticinque e anni buttato via in 180 minuti. Dopo il pari farsa al San Paolo, il Napoli perde clamorosamente in casa del Dnipro ed esce mestamente da una Europa League che doveva significare la rinascita di una stagione, la certezza da cui ripartire per il futuro. Una certezza che, purtroppo, il Napoli non potrà avere.

La sentenza del campo inzuppato di Kiev è cristallina: il Napoli getta alle ortiche la possibilità di ritrovare la prima finale europea dai tempi di Maradona mettendo in scena uno spettacolo sconcertante, senza fuoco dentro e grinta di sorta. Partenopei che, nel doppio confronto, hanno manifestato i consueti limiti caratteriali ponendosi inadeguati e tracotanti, sottovalutando un avversario comunque valido e mancando di concretezza in area di rigore (oltre che di velocità in mezzo al campo e di sicurezza in retroguardia, ma a questi limiti ormai eravamo abituati). Certo, si può recriminare per il gol in fuorigioco della gara di andata. Ma la pecca più grande del Napoli è quella di non aver saputo trovare mai il guizzo decisivo, nonostante la potenza di fuoco del suo attacco. Inevitabilmente il grande sconfitto è Gonzalo Higuain: attaccante grandioso che tale resterà ma che, sfortunatamente, sembra non riuscire più ad imboccare la retta via da ormai troppe partite. Un segno che, forse, qualcosa tra lui e gli azzurri si è rotto. Gli errori davanti a Boyko sono la vera maledizione di questa semifinale, delle imprecisioni che alla lunga hanno pesato come macigni  nella storia dei due incontri.
Il concorso di colpa (società, allenatore, giocatori) deve ormai far riflettere: con tale eliminazione rischiano di crollare anche autostima e fiducia. Il campionato va onorato, anche perché il terzo posto consentirebbe comunque di entrare in Champions League dalla porta di servizio ma, qualora persino il meno nobile ed ultimo risicato obiettivo stagionale venisse meno, sarebbe praticamente impossibile evitare di trattare un capitolo di rifondazione tecnico-tattica. Il Re di Coppe Benitez stavolta non ha fatto miracoli sia per propri demeriti che per via di una squadra obiettivamente non al livello (almeno in tre ruoli di gioco su quattro) di una finale europea. Onore al Dnipro che, con una difesa attenta e una buona intensità di gioco, ha battuto meritatamente un Napoli privo di cuore e mordente.
Kiev e Bilbao rischiando dunque di essere le partite chiave indicative di questa stagione che ha regalato pochissime gioie e molta sofferenza. Una stagione che, almeno in parte, può essere salvata dal tracollo. Ma per farlo servirà il miglior Napoli. E, a questo punto, è impossibile decifrare come trovarlo nelle macerie di quel che resta della squadra azzurra.

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