Si dice che i tre punti più belli siano quelli conquistati soffrendo, in maniera brutta e sporca. Il Napoli deve essersi abituato fin troppo a questa definizione di vittoria calcistica: il 3-2 contro il Cesena è frutto più di singole intuizioni che del gioco di una squadra che mentalmente e fisicamente appare ormai disunita e demotivata. Demiurgo della necessaria quanto difficile affermazione al San Paolo è stato quel Dries Mertens sfortunatamente troppo discontinuo nel corso della stagione ma mai privo di grinta, voglia e talento. Due gol e un assist vincente per Gabbiadini che testimoniano la non arrendevolezza del belga e un momento di forma potenzialmente utilissimo per il rush finale alla ricerca della Champions League. Per il resto, storia solita in quel di Fuorigrotta: partenopei che creano molto e concretizzano meno del dovuto, centrocampo con pochissimo filtro (oltre ad una qualità chimerica) e difesa che fa acqua da tutta le parti, come dimostrano i due gol di Defrel e, più in generale, le 6 reti prese nelle ultime 4 partite, 4 delle quali contro squadre già retrocesse in Serie B.
Bisogna ammettere poi che al San Paolo non si respirava certo della buona aria: il silenzio totale e continuo della Curva B è risultato in realtà più rumoroso di quanto si potesse credere, portabandiera di una quasi rassegnazione tangibile anche sul volto di un De Laurentiis quasi avulso dal match. Ingenerosi, in vero, i fischi (non dalla maggior parte dello stadio, va precisato) ad Higuain al momento del suo ingresso in campo, con il puntero argentino individuato come capro espiatorio dei mali napoletani: i tifosi più passionali non gli hanno evidentemente perdonato gli errori contro il Dnipro che, a conti fatti, sono stati decisivi per la mancata finale. Un giocatore come Higuain, da 50 gol in due stagioni, non meritava forse un trattamento del genere. Magari basterà un gol contro la Juventus per far sbocciare nuovamente tra i tifosi sentimenti sopiti.
Dopo i tre punti conquistati (a fatica) sul campo, in settimana si giocherà una partita forse ancor più fondamentale per le sorti azzurre: la società ha infatti ufficialmente fatto richiesta per far spostare Juventus-Napoli a lunedì pomeriggio, in contemporanea con il Derby di Roma. Un atto dovuto, al quale la dirigenza bianconera pare non essersi opposta e che dovrebbe avere solo il placet della Lega per essere approvato. Perché, nonostante tutti i limiti, il Napoli può ancora sognare la Champions League. Mai come in tale occasione la partita contro la Juventus potrebbe rappresentare il crocevia di una stagione, la differenza tra fallimento e dignità. Perché sognare non costa nulla, ma crederci davvero fino in fondo può aiutare a rendere tutto reale.