Domenica 31 maggio andranno al voto sette regioni italiane. In Puglia, Campania, Toscana, Liguria, Veneto, Umbria e Marche, si voterà per decidere il Presidente della Regione. Una data importante, che però potrebbe portare alla constatazione della totale disaffezione verso la politica, che ormai aleggia nel nostro paese.
Secondo un’indagine condotta da CMR Intesa San Paolo, infatti, il 48,5 %, degli intervistati avrebbe dichiarato che non esiste un partito da cui si sente meno distante o, detto in altre parole non è vicino a nessuna ideologia politica. Addirittura il 15,7% ha risposto con certezza che, domenica prossima, non andrà a votare. Basta dare uno sguardo solo a questi due dati per rendersi conto che l’astensionismo sta crescendo sempre più. Ideologie e convinzioni lasciano il posto a un disamore nei confronti della politica, che avrà come conseguenza un’altissima percentuale di persone che sceglieranno di non votare alle prossime elezioni.
Va detto, anche, che le ultime vicende, che hanno investito queste elezioni, non hanno aiutato a far crescere l’interesse dei cittadini verso la politica e, quindi, verso queste elezioni. La Commissione parlamentare antimafia, nei giorni scorsi ha lavorato a una lista, quella degli impresentabili, per elencare con chiarezza tutti i nomi dei candidati, che sono indagati, imputati o che sono stati arrestati. Nella giornata di oggi, dovrebbe essere pubblicato l’elenco completo, che conterrebbe oltre i 4 pugliesi e 13 campani, di cui si è già parlato, altri nominativi.
Altra storia riguarda il candidato del Partito Democratico in Campania, su cui aleggia la possibilità di sospensione, subito dopo l’elezione, secondo i dettami della Legge Severino.
Insomma il panorama che si presenta agli occhi dell’elettore medio, non è sicuramente dei migliori. Complice una campagna elettorale dei diversi candidati in tutte le regioni, fatta più di scontri che d’altro. I programmi elettorali, sono passati in secondo piano rispetto alle battaglie mediatiche, troppo spesso prive di contenuti. Ma questo segue gli ormai nuovi modi di fare politica, dove al dibattito, sono preferiti insulti e offese, che lasciano il tempo che trovano, senza costruire nulla, ma soprattutto senza informare gli elettori.
La percentuale di astensionisti aumenterà sicuramente in vista del ponte del 2 giugno. Giacché non c’è una grande propensione al voto, molti italiani preferiranno partire.
Non va dimenticato, però, che il voto oltre a essere un diritto, è soprattutto un dovere del cittadino, dovere verso se stessi e verso il proprio territorio o paese. Ed è quel dovere che dovrebbe esortare tutti, ad andare a votare domenica, anche se la disaffezione supera l’interesse. Votare è un nostro dovere e, come tale, va rispettato.