L’astensionismo e la presenza di liste civiche forti, che ne hanno logorato il consenso facendolo piombare al di sotto del 20% (un anno fa alle Europee era oltre il 40), non hanno certo facilitato la vita del Partito Democratico in provincia di Avellino a queste Regionali. I quattro candidati tuttavia hanno dimostrato di avere tutti, chi più chi meno, carte da giocare. Su tutti la consigliera regionale Rosetta D’Amelio. Uscente, rieletta per la seconda volta consecutiva, la D’Amelio ha ottenuto oltre 10500 preferenze: una riconferma importante che premia una presenza costante, accanto ai territori, nonostante abbia seduto per cinque anni nei banchi dell’opposizione.
Circondata da giovani donne in rappresentanza dei due comitati, Lioni e Avellino, che l’hanno sostenuta in questa campagna elettorale, ieri Rosetta D’Amelio ha incontrato la stampa. “Vi do un dato: sono stata la prima eletta del PD in 70 comuni (su 118, ndr)” – ha dichiarato la D’Amelio prima di precisare: “Da domani sarò a Napoli perché come è nella tradizione della sinistra dobbiamo iniziare subito a lavorare. Non chiederò assessorati e non aspiro a quello. Ho già fatto l’assessore, adesso serve impegno in Consiglio per continuare, cosa che già avevo fatto dall’opposizione, a legiferare“. La dirigente nazionale dei democratici, che se entrasse in Giunta libererebbe con casella per l’ex senatore Enzo De Luca, ha ringraziato quanti, a partire dal mondo dell’associazionismo e del terzo settore, l’hanno appoggiata determinando la sua vittoria assieme a pezzi importanti del partito, a partire da Umberto Del Basso De Caro, Andrea Cozzolino, Massimo Paolucci e Roberto Speranza, scomodatisi per venire in Irpinia a testimoniare la bontà di un voto dato alla D’Amelio. Poi una rapida riflessione sul partito che “deve ripartire dai territori ritrovando il rapporto con la gente. Occorre una verifica, pensiamo alla questione dei capilista. Lo Statuto attribuisce quel ruolo ai consiglieri uscenti e ricandidati, in Irpinia le cose sono andate diversamente e non ho fatto polemica – ha chiarito – perché sono donna di partito“.
Con lei nelle fila della maggioranza siederanno anche il senologo Carlo Iannace, primo eletto della lista Per De Luca Presidente, l’ex sindaco di Sperone, Enzo Alaia, per Centro Democratico e il dirigente dell’Udc irpino Maurizio Petracca, uomo di fiducia di De Mita. E proprio De Mita si intesta uno dei successi più rilevanti di questa tornata elettorale. L’ex presidente del Consiglio ancora una volta non ha sbagliato una sola mossa. Il suo apporto è risultato in termini percentuali fondamentale per la vittoria di De Luca. Non solo: il suo candidato è entrato in Consiglio Regionale un po’ a sorpresa, complice una legge elettorale recentemente riformata da Caldoro che ha lasciato l’opposizione irpina priva di rappresentanza; mentre il suo “nemico” Pietro Foglia è rimasto fuori dall’assise nonostante le oltre 11mila preferenze raccolte, e il candidato renziano del PD Beniamino Palmieri, sponsorizzato dal deputato Luigi Famiglietti – che certamente non è tra i fan di De Mita – ha ottenuto un ottimo terzo posto nella lista dei democratici, ma non abbastanza per riuscire a scavalcare Enzo De Luca e sperare in un banco del Consiglio in caso di nomina ad assessore della D’Amelio.