Sono 250mila – numeri diffusi dagli organizzatori – le donne e gli uomini scesi in strada a Roma, sabato 13 giugno per il “Roma Pride”, la sfilata per la rivendicazione dei diritti delle coppie omosessuali.
Oltre 20 i carri coloratissimi e chiassosi che hanno accompagnato la marea di manifestanti nel cuore della Capitale per gridare al mondo della politica la necessità di essere ascoltati e di essere considerati al pari di tutti.
“Liberiamoci” è il motto del corteo. Grande soddisfazione del sindaco della città, Ignazio Marino, che richiama l’attenzione del Premier Matteo Renzi e festeggia la riuscita del Pride: “Abbiamo fatto la nostra parte e oggi è un giorno di festa. A Roma l’amore conta e Roma mantiene le sue promesse. Oggi è un giorno importantissimo perché, rispetto all’anno scorso, siamo qui per festeggiare: Roma, la nostra Capitale, la città dell’accoglienza che crede nell’amore, ha fatto delle promesse alla comunità rappresentata qui oggi e le ha mantenute tutte». Riferendosi all’istituzione del registro delle unioni civili in Campidoglio. “È evidente che il sindaco fa il sindaco e il parlamento fa il parlamento: noi abbiamo utilizzato tutti i poteri che la città aveva e lo abbiamo fatto con grande determinazione e unità. Questa non è una sfida ma riconoscere semplicemente che tutti devono avere gli stessi diritti”.
Dello stesso umore è Nichi Vendola. Il leader di SeL, con indosso una maglia dalla scritta “Renzi, sposati una causa di cività”, ha attaccato la precedente gestione della città da parte di Alemanno, rivendicando i diritti omosessuali, auspicando per l’Italia intera la libertà e il rispetto di tutti.
Dal Colosseo, ai Fori Imperiali, passando per le vie storiche della città, la manifestazione si svolge in maniera serena, senza momenti di tensione, con i turisti a spasso per il centro incuriositi dallo svolgimento della parata.
Bandiere arcobaleno, slogan e palloncini: Roma si colora di uguaglianza e si propone simbolo del rinnovamento, dell’apertura ad argomenti ancora inspiegabilmente ostili al nostro Paese.
Infine, Laura Boldini, Presidente della Camera, ai allea virtualmente con Marino e tutti coloro sono scesi in piazza con un tweet significativo: “Una giornata importante per i diritti. La politica dia risposte a una società che cambia”.
Appunto, la politica dia risposte, e anche in tempi brevi. In un mondo che sempre più si avvicina al riconoscimento dei diritti delle coppie di ogni sesso o genere, l’Italia non può e non deve rincorrere e arrivare ultima anche questa volta.