Il 2008 fu visto come l’anno della svolta. La sanità penitenziaria cambiava volto: passava dalle mani del Ministero della Giustizia a quelle della Società Sanitaria Nazionale. Ebbene, dal 2008 fino ad oggi, la situazione dei detenuti non è cambiata di molto. Tutte le attese etico-civili non hanno ricevuto la risposta sperata. Le condizioni di vita nelle carceri italiane sono ancora molto deficitarie rispetto all’orizzonte internazionale, e non solo. Questo il dato portato alla luce da Samuele Ciambriello, presidente dell’Associazione culturale La Mansarda, che da anni si impegna per far sì che la situazione carceraria campana esca dalle maglie stringenti dell’indifferenza.
Su questa linea guida si innestano le attività svolte da Ciambriello e dalla sua Associazione, una delle quali festeggiata proprio oggi, 23 giugno, nella casa circondariale G. Salvia di Poggioreale la sua conclusione. È terminato, infatti, il corso di pasticceria organizzato dalla suddetta associazione, all’interno delle mura del carcere, ogni lunedì dal 23 febbraio fino ad oggi, per far sì che ai detenuti sia offerto, non solo un momento di svago e impegno per occupare le ore, bensì anche un contenuto formativo che possa essere loro utile nel momento in cui varcheranno le soglia del carcere, nel momento della libertà. Grazie all’impegno di un fornito gruppo di volontari, tra cui diversi istruttori pasticceri: Salvatore Varriale, Roberto Ruggiero, Enza Ciambriello e Monica Lentini. La festa conclusiva è stata anche un’occasione per saggiare le capacità culinarie acquisite dai detenuti, attraverso una rappresentazione/degustazione dei prodotti da loro preparati durante l’ultimo giorno di corso.
Hanno preso parte all’evento il Presidente del Tribunale Carmine Antonio Esposito, il Provveditore Tommaso Contestabile, e la Garante dei detenuti Adriana Tocco, oltre al direttore del carcere Antonio Fullone.
È sempre stato un imperativo morale di Ciambriello quello di pensare al detenuto prima di tutto come a un essere umano; una linea percorsa anche dalla recente Agorà Penitenziaria “Se il paziente è anche detenuto” tenutasi a Cagliari dal 3 al 5 giugno, un convegno la cui direzione scientifica è stata affidata al Presidente della SIMSPe-Onlus (Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria), Sergio Babudieri. Dal simposio è emerso che almeno 2 detenuti su 3 sono malati, una condizione aggravata dalla condivisione, nella maggior parte delle carceri, di bagno e cucina nello stesso locale, bagni alla turca o water separati esclusivamente da un muretto, cambio di lenzuola ogni 15 giorni, insomma condizioni igieniche per niente all’avanguardia in strutture sempre più fatiscenti. Una statistica amara citata da Samuele Ciambriello nel corso del suo intervento d’apertura durante il quale ha anche precisato l’importanza della “continuità” e non “occasionalità” di queste ed altre manifestazioni di volontariato. “Ne abbiamo bisogno e ci speriamo” ha fatto eco uno dei ragazzi presenti, Gennaro Riccio, che ha poi sottolineato come queste iniziative siano per loro un punto di riferimento fondamentale, “altrimenti siamo spaesati”.
“Secondo me c’è bisogno, anche in Campania, di una commissione regionale, ad hoc, composta da consiglieri regionali della Campania, sulla situazione sanitaria nelle carceri campane, un vero protocollo d’intesa tra le Asl e le prigioni per fare in modo che ai detenuti non sia negato il diritto alla dignità. – ha dichiarato Samuele Ciambriello – Occorre rafforzare anche la rete tra Ministero della Giustizia e Asl in modo tale che i fondi che arrivano alla Regione siano vincolati all’assistenza sanitaria nelle carceri campane” ha continuato il Presidente dell’Associazione La Mansarda lanciando una proposta che si spera non verrà lasciata inascoltata.
“Il rischio è che non venga garantita la qualità delle prestazioni nelle carceri. Forse questo passaggio delle competenze dalla sanità penitenziaria al sistema sanitario nazionale ha fatto i conti con due criticità: l’obsolescenza del sistema della sanità penitenziaria, compresa l’ambiguità dei rapporti di lavoro al suo interno; e l’altra criticità, il ritardo con cui il governo ha trasferito le risorse necessarie alle regioni” ha commentato ancora Ciambriello offrendo una disamina della situazione penitenziaria attuale a fronte della riforma prima menzionata.
Il direttore del carcere Antonio Fullone ha evidenziato l’importanza di questi eventi: “Non credo sia retorico dire che questi corsi sono importanti soprattutto per la qualità di vita interna e le possibilità per il dopo, oltre che come momenti di socializzazione. Mangiare insieme in un contesto non solito aiuta anche a concepire diversamente le istituzioni”. Al mangiare insieme come momento di condivisione importante ha fatto riferimento anche la Garante dei detenuti, Adriana Tocco, mentre il direttore del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Napoli, Tommaso Contestabile, ha sottolineato quanto siano importanti queste fughe dall’ordinario “soprattutto in alcuni periodi, come quello estivo”. A inizio manifestazione è intervenuto pure il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Napoli, Carmine Antonio Esposito: “Con il vostro aiuto, con l’aiuto fondamentale e insostituibile dei volontari, ci si avvia sulla strada della rieducazione; avete attuato l’art. 2 della Costituzione, il principio di solidarietà”.
Il Consiglio Regionale, la Regione, oltre alla Sanità, anche nel settore della formazione professionale e del tempo libero, ha rapporti stabili e istituzionali con le carceri. Il carcere in Campania ha fatto certamente dei passi in avanti ma ci sono situazioni ancora oltre il tollerabile. Mai come in questo periodo il carcere attraversa anche una fase di crisi. Un rapporto più proficuo tra istituzioni regionali e mondo penitenziario è necessario e auspicabile.