Galleria Umberto continua a “barcollare”. A meno di un anno dalla tragica scomparsa di Salvatore Giordano, il quattordicenne che lo scorso 5 luglio fu ucciso da un cornicione staccatosi dalla facciata della storica Galleria, c’è stato un altro crollo. Nella giornata di mercoledì ha ceduto un fregio dalla volta, precipitando in pochi millesimi di secondo al suolo. Precisamente una foglia in lega metallica, che dopo essersi staccata dalla vetrata del monumento, è caduta. Momenti di terrore si sono respirati all’interno di Galleria Umberto. Momenti che hanno ricordato quella tragica giornata, in cui Salvatore fu ucciso da una “maledetta pietra”. Questa volta, miracolosamente, non c’è stato nessun ferito, la foglia è caduta senza colpire i passanti. Ma, se l’avesse fatto, si sarebbe potuta consumare un’altra tragedia. Una tragedia, che come quella del giovane ragazzo, si sarebbe potuta evitare. Una tragedia di cui è responsabile l’inadempienza totale che aleggia in questa città. Inadempienza di cui a pagarne il prezzo è la manutenzione cittadina, che è quasi inesistente.
E intanto Galleria Umberto, nonostante sia tutta ingabbiata, continua a perdere pezzi. Per Ciro Borriello, però, Assessore comunale allo Sport e al decoro urbano, che ha la delega della Protezione Civile, questa caduta non sarebbe poi stata così grave: «Non c’è stato un crollo, è solo una foglia in lega metallica più leggera di una piuma che si è staccata da un fregio, la lega metallica è molto leggera, non significa che cadendo da sessanta metri non sia pericolosa, ma in Galleria non c’è un’emergenza crolli. La fitta che sta svolgendo i lavori arriverà per fare dei controlli, il monitoraggio va fatto per evitare problemi futuri, ma al momento non c’è nulla di preoccupante». Parole, quelle di Ciro Borriello, che alla luce di tutto quello che è accaduto non possono che suscitare rabbia. Rabbia, perché è impensabile che a meno di un anno da un crollo, che uccise un giovane quattordicenne, dalla Galleria si possa essere staccato un altro ornamento, che seppur leggero, avrebbe potuto ferire qualcuno. Una Galleria che da mesi è imbracata d’impalcature, che avrebbero dovuto metterla in sicurezza. Sembrerebbe che in questa città la manutenzione sia diventata un fantasma. È perlopiù assente e quando c’è, non è efficiente. Ci troveremmo, dunque, in una spirale senza una via d’uscita, poiché a Napoli è diventata quasi consuetudine, riparare solo dopo che il danno è accaduto e, una volta che si corre ai ripari, lo si fa anche male. Quale speranza, quindi, per questa città?
Soltanto pochi giorni fa Antonio Bassolino, ex sindaco di Napoli, aveva parlato dell’importanza di una buona manutenzione cittadina, parole che, lette oggi, sembrano essere state quasi profetiche: «È proprio sul che fare, su cosa portare avanti e cercare di realizzare in quest’ultimo e lungo anno che bisognerebbe concentrare l’attenzione dell’attuale giunta e delle forze che sono all’opposizione (si fa per dire, eccetto singoli consiglieri a destra e a sinistra). In primo luogo, sulla manutenzione ordinaria e straordinaria della città: delle strade, dei parchi, degli immobili pubblici e privati. Più si parte dal concreto e meglio si apre poi uno sguardo sul futuro». Pensare alla manutenzione cittadina, agendo con interventi preventivi sul territorio, dovrebbe essere un imperativo, per l’amministrazione di una città. Un imperativo, che però, anche alla luce di quest’ultimo incidente in Galleria Umberto, per ora resta solo un’utopia.