Pozzuoli dice no alla realizzazione dell’impianto geotermico nell’area Scarfoglio. C’è una grandissima preoccupazione tra gli abitanti dei comuni flegrei dove c’è un’altissima densità abitativa ed uno dei vulcani più pericolosi del pianeta.
Ad esporre i rischi di questo progetto il vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, prof. Giuseppe Mastrolorenzo che ha spiegato tutti i rischi legati alla realizzazione dell’impianto. All’ incontro erano presenti anche il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli, il neo Sindaco di Quarto Rosa Capuozzo, l’assessore comunale di Pozzuoli Roberto Gerundo, il capogruppo del Sole che Ride al comune di Pozzuoli Paolo Tozzi. Il progetto è già approdato al ministero dell’Ambiente, dove sarà effettuata la valutazione di impatto ambientale. Documenti, tabelle, cronoprogramma e tutto ciò che riguarda l’iniziativa dovranno ora passare al vaglio dei tecnici ministeriali. Chi ne ha interesse, ha tempo per presentare le sue osservazioni fino al 3 luglio.
Il progetto punta alla realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica alimentato dal liquido geotermico estratto da 3 pozzi di produzione e poi iniettato nuovamente nel sottosuolo in altri 2 pozzi, delle condotte per il convogliamento del fluido geotermico e dell’elettrodotto interrato di connessione alla rete elettrica Enel.
Si prevedono 4 anni di sperimentazione, prorogabili per altri 2. L’area individuata è quella immediatamente ad est della Solfatara. La parte geotermica del progetto ricade nel comune di Pozzuoli. Napoli sarebbe interessata dalla parte terminale dell’elettrodotto, per circa un chilometro e 300 metri di lunghezza. I pozzi dovrebbero raggiungere la profondità di circa 950 metri sotto il livello del suolo. Il fluido geotermico estratto, secondo i progettisti di Geoelectric, avrà una temperatura di 165 gradi centigradi. Sarà iniettato poi nel sottosuolo a 70 gradi centigradi. La differenza di temperatura tra fluidi estratti e pompati sotto il terreno dovrebbe garantire la produzione di energia elettrica. La centrale, che sarà dotata di due turbine, occuperà un’area di 4.303 metri quadrati.
“E’ una follia – accusano il consigliere regionale dei Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli ed il capogruppo del Sole che Ride a al comune di Pozzuoli Paolo Tozzi – pensare di localizzare un impianto geotermico per la produzione elettrica con iniezione di fluidi nel sottosuolo in una delle aree più rischiose, instabili e densamente abitate al mondo dove è attivo il fenomeno del bradisismo in una zona al altissimo rischio vulcanico. Noi siamo favorevoli alla geotermia ma non in luoghi densamente abitati o turistici come Pozzuoli o Ischia dove pure c’è il tentativo di realizzare un progetto simile . C’è da sottolineare inoltre che nei Campi Flegrei ancora non esiste neanche un piano di evacuazione in caso di emergenza nonostante i tanti annunci della Protezione Civile nazionale. Ci sembra incredibile intanto che vengano autorizzati impianti come questo creando di fatto allarme sociale e non avendo attualmente alcun piano di sicurezza”.
Sul sito del Ministero dell’Ambiente è stata resa nota la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per un progetto “sperimentale” di produzione elettrica, che prevede lo scavo fino a 800 metri di profondità di 5 pozzi (tre di produzione e due di reiniezione). Precisamente il titolo del progetto è “Realizzazione di un impianto geotermico pilota nell’area del Permesso di Ricerca “Scarfoglio” ed è proposto dalla società “Geoelectric srl” che fa riferimento, secondo lo Studio di Impatto Ambientale, ai gruppi Murena, Marconi e Fiore.
Diverse associazioni e movimenti stanno inviando al Ministero dell’Ambiente delle controdeduzioni e osservazioni per evitare la realizzazione dell’impianto.