“Natale non sembrerà più Natale senza regali”, inizia così il romanzo “Piccole donne” scritto da Louisa May Alcott e pubblicato nel 1868, e inizia nella stessa atmosfera anche la rappresentazione teatrale di domenica 12 luglio, frutto dell’adattamento e della regia di Ferdinando Smaldone per la rassegna all’aperto di TEATROallaDERIVA.
Un palco zattera al centro del lago termale delle Stufe di Nerone, tre piccole luci per tre candele poste sul modesto albero di natale in un angolo della scena, con tre piccole esordienti ad occupare il loro posto; tutto attorno buio, soltanto il chiarore da focolare acuito dal riflettersi nell’acqua e dal silenzio. L’idea di Ernesto Colutta di aprire il lago alle rappresentazioni teatrali risulta brillante sin da subito: l’atmosfera della natura ha il grande pregio di far entrare immediatamente lo spettatore nella storia. La semplicità e la purezza degli affetti, le due grandi linee guida del romanzo, risultano ancor di più grazie all’eco dello scenario.
Non è, infatti, un caso che la rassegna sia stata insignita del Premio A. Landieri 2013 per la migliore rassegna teatrale: ““Il Teatro in ogni posto: uno scenario unico, una rassegna dall’altissimo valore civile e sociale”. Giunto quest’anno alla sua IV edizione, Teatro alla deriva ha per il terzo anno di fila il drammaturgo e regista Giovanni Meola come direttore artistico a cui si deve il pregio di aver scelto con grande accuratezza gli spettacoli da portare in scena indovinando le emozioni giuste per il contesto. Ci voleva un testo emozionale, e l’adattamento di Smaldone lo è di certo, grazie a “un percorso più improntato sul corpo e l’emozione” come ha evidenziato lo stesso regista, direttore artistico del Teatro Rostocco di Acerra la cui Compagnia è stata davvero abile nel portare sull’insolito palcoscenico galleggiante uno spettacolo che ha la sua particolarità nel movimento, in una danza di parole, gesti e musica, una pantomima in perfetta sinergia con le scelte musicali: ad ogni gesto e parola delle attrici era associata la musica giusta, il tono enfatizzava o accompagnava il momento e loro avevano cura di adattare il gesto al suono, come se fosse dal suono richiamato e ricamato. Le attrici, dalle esordienti Francesca Caprio, Chiara De Cicco e Valeria Di Capua fino alle già note Paola Guarriello, Chiara Mattiacci, Noemi Pirone, Maria Anna Russo e Chiara Vitiello, dimostrano di aver capito come personificare personaggi entrati nell’immaginario di ognuno conferendo loro freschezza ma senza perderne in autenticità.
La storia delle sorelle March è quella che probabilmente tutti conoscono: una famiglia caduta in disgrazia per colpa della guerra, un padre partito al fronte e una mamma ostinata a crescere le sue figlie facendo loro apprezzare i valori della vita andando oltre la dimensione economica: rinunceranno dunque al dollaro regalato loro dalla zia, compreranno dei regali alla mamma piuttosto che a se stesse, orienteranno i loro affetti non verso la stabilità e ricchezza ma verso la sincerità delle emozioni. “Che siate amate e rispettate…” la preghiera della mamma affinché le sue figlie siano felici, sia pure vicino “a poveri diavoli”, piuttosto che ricche ma tristi. È la “felicità tranquilla” l’obiettivo trainante, eppure tutta la rappresentazione risulta un incrementare continuo di tensione emotiva, fino al colpo finale. “Per non rallentare” è la nenia che fa da colonna musicale, introduce e chiude la piece; la canzone dei Cappello a cilindro è assolutamente perfetta per esprimere la dolcezza e nostalgia che nel testo si confondono e trasformano nell’impeto del coraggio. Lo stesso della sorella che parte e di quella che resta e affronta con coraggio la morte. Forse l’unica pecca dello spettacolo è l’aver trascinato troppo la chiusura nel dolore, poteva chiudersi prima, poteva chiudersi nel monologo sul volo. In ogni caso, la bellezza e riuscita della rappresentazione fanno dimenticare il lato banale e troppo sentimentalista del testo ma ne sono anche la diretta derivazione.
Considerato che si tratta di Piccole donne e perché si tratta di Piccole donne.