“Il campionato più bello del mondo”. Da sempre, la Serie A di calcio italiana è stata apostrofata come la più affascinante, difficile e coinvolgente competizione mondiale per quanto concerne lo sport più amato da tutti, il “pallone”.
Inutile negarlo, però, da qualche anno, circa cinque almeno, l’appellativo di cui sopra veniva sempre più riservato alla Premier inglese e suoi affascinanti stadi, poi alla Bundesliga tedesca e lo strapotere economico del Bayern di Guardiola, trovando il punto di massimo splendore nella vittoria mondiale della scorsa estate, infine alla Liga spagnola, casa di tutti i più grandi campioni come Ronaldo, Bale, Neymar e Messi.
Persino il sempre bistrattato campionato francese ha goduto della luce riflessa dei milioni del Paris Saint Germain. Insomma, per i nostri campi logori sono stati anni difficili.
La Serie A ha perso interesse di pubblico e, ugualmente, agli occhi dei campioni mondiali, con i più grandi calciatori che affollavano le nostre formazioni che, via via, emigravano verso lidi stranieri.
Ed ecco che il Milan di Kakà diventava un esperimento per nuovi allenatori in cerca di affermazione, la grande Inter di Mourinho, vedeva volar via ad uno ad uno i pezzi pregiati di quell’impresa del Triplere per quattro miseri spiccioli, da Sneijder ad Eto’o, la Juve predatrice tra i confini nazionali, viene spesso ridimensionata in campo europeo.
Quest’anno, però, qualcosa sembra esser cambiato nuovamente. I piccoli segnali lanciati dal nostro calcio nel finale della scorsa stagione, con i bianconeri in finale di Champions e il ritorno sulla panchina nerazzurra di un grande allenatore di livello internazionale come Roberto Mancini, hanno portato ai risultati sperati quantomeno per ciò che riguarda queste prime battute che, si sa, infiammano gli umori delle piazze, scatenano i sogni del sol leone ferragostano con i colpi del mercato.
La serie A perde, sì, Tevez, mattatore della Vecchia Signora, ma abbraccia grandi giocatori che solo fino a 12 mesi fa avrebbero preferito i soldi francesi o inglesi al clima mite del nostro Paese. Ad attirare maggiormente l’attenzione è, ovviamente, proprio l’Inter di Mancini, capace di far vestire la maglia nerazzurra ad uno dei giovani talenti più forti e promettenti del panorama europeo, Kondogbia, oltre che aver sottratto proprio alla Spagna giocatori come Montoya e Miranda.
Al centro delle vicende di mercato è anche il Napoli di Sarri che, seppur sembri ridimensionato nelle ambizioni dalla scelta del nuovo allenatore, ha strappato il si dei migliori giovani in mostra nello scorso campionato, Allan su tutti.
Persino il Torino, ben figurante nella precedente Europa League, pare sia pronto a riportare a casa il talento nostrano Alessio Cerci che, appena un anno fa, faceva il biglietto per la rotta opposta, sponda Atletico Madrid.
E non finiscono i tormentoni Salah, Jovetic, Perisic, Gotze, Ibrahimovic (nel mirino rispettivamente di Roma, Inter, Juventus e Milan): già il solo fatto di rileggere certi grandissimi nomi associati al nostro calcio, diciamoci la verità, fa venir voglia di strappar le pagine al calendario pur di giunger, quanto prima, al fischio d’inizio previsto per fine agosto.
Come se non bastasse, dalle Alpi, all’America, fino alla Cina, i ritiri delle formazioni italiane sono un grande successo di pubblico, con il profitto del merchandising, quindi le casse societarie, che ringraziano.
Bentornata Serie A, quindi. In attesa di scoprire se questo ritrovato interesse di pubblico e grandi calciatori avrà, quantomeno, ridotto il gap nei confronti dei sopracitati campionati di maggior livello, il pubblico del BelPaese vive un’estate di sogni, finalmente, di nuovo in grande.